Al patrimonio immobiliare italiano, sebbene i progressi in questi ultimi anni non siano mancati, viene ancora attribuito l’etichetta di massimo consumatore di energia. Questa la ragione dell’introduzione, nelle norme nazionali in linea con gli obiettivi europei, di requisiti minimi finalizzati all’individuazione di nuove soluzioni capaci di incrementare l’efficienza energetica di un edificio, sia di nuova costruzione che da riqualificare. Consapevoli che per gli edifici esistenti, in particolare nei contesti urbani consolidati, le possibilità di efficientamento energetico sono fortemente limitate dalla complessità delle relazioni tra elementi materiali e immateriali. Ciò nonostante, la ricerca, la letteratura e la produzione, una soluzione l’hanno individuata: adottare «tecnologie integrate» per incrementare le prestazioni degli organismi edilizi e ridurre i consumi energetici. Così facendo, si limiterebbero sia la quantità di componentistica installabile che la riduzione dei tempi di posa, bilanciando l’extra costo dovuto alla fornitura di tali tecnologie. Infine, una corretta integrazione consentirebbe di sfruttare le caratteristiche di una tecnologia, per ridurre le criticità di un’altra a cui essa è integrata. Nello specifico è quello che capiterebbe se adottassimo i «Building-integrated photovoltaics (BIPV)», sistemi e materiali fotovoltaici, impiegati per integrare i materiali da costruzione convenzionali nell’involucro dell’edificio, in copertura o in facciata. Al distributore di materiali per l’edilizia il compito di divulgare e orientare le scelte prima della commercializzazione di questi materiali, come alternativa efficace e tangibile per l’efficientamento del nostro parco immobiliare nazionale.

Se la facciata diventa BIPV

R. Bolici
2023-01-01

Abstract

Al patrimonio immobiliare italiano, sebbene i progressi in questi ultimi anni non siano mancati, viene ancora attribuito l’etichetta di massimo consumatore di energia. Questa la ragione dell’introduzione, nelle norme nazionali in linea con gli obiettivi europei, di requisiti minimi finalizzati all’individuazione di nuove soluzioni capaci di incrementare l’efficienza energetica di un edificio, sia di nuova costruzione che da riqualificare. Consapevoli che per gli edifici esistenti, in particolare nei contesti urbani consolidati, le possibilità di efficientamento energetico sono fortemente limitate dalla complessità delle relazioni tra elementi materiali e immateriali. Ciò nonostante, la ricerca, la letteratura e la produzione, una soluzione l’hanno individuata: adottare «tecnologie integrate» per incrementare le prestazioni degli organismi edilizi e ridurre i consumi energetici. Così facendo, si limiterebbero sia la quantità di componentistica installabile che la riduzione dei tempi di posa, bilanciando l’extra costo dovuto alla fornitura di tali tecnologie. Infine, una corretta integrazione consentirebbe di sfruttare le caratteristiche di una tecnologia, per ridurre le criticità di un’altra a cui essa è integrata. Nello specifico è quello che capiterebbe se adottassimo i «Building-integrated photovoltaics (BIPV)», sistemi e materiali fotovoltaici, impiegati per integrare i materiali da costruzione convenzionali nell’involucro dell’edificio, in copertura o in facciata. Al distributore di materiali per l’edilizia il compito di divulgare e orientare le scelte prima della commercializzazione di questi materiali, come alternativa efficace e tangibile per l’efficientamento del nostro parco immobiliare nazionale.
2023
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