Medieval literature transmits important information regarding art materials and techniques, even in the most widespread, well-known, and investigated works. Some of this knowledge, almost inexplicably, has never been given enough attention by historians of art techniques. They have often limited their work to list those pigments and materials that prove the antiquity and authenticity of a specific artifact rather than considering its specific production context and tradition. Moreover, the most authoritative, widespread, and well-known entries in Latin encyclopedias, actually contribute to a better understanding of this context. In this paper, we focus on an ignored white pigment mentioned by medieval literary sources almost a millennium before what is commonly believed to be its first attestation (an English XVth century manuscript). The aim is also to contribute to the recognition of a long development of use and experimentation that preceded the introduction of certain pigments, and sometimes, their industrial production. This contribution will hopefully prevent over-simplifying applications of this realm of knowledge, which remains still imperfect.

La letteratura medioevale trasmette, anche nelle opere più diffuse, note ed indagate, importanti informazioni circa i materiali e le tecniche delle arti coeve. Alcune di queste informazioni, quasi inspiegabilmente, non sono mai state prese in debita considerazione dagli studiosi di tecniche delle arti che sovente si sono limitati a elencare pigmenti e materiali, più con l’obiettivo di avvalorare l’antichità e l’autenticità di un’opera che di considerarla nel suo specifico contesto di produzione e tradizione. Alla comprensione di questo contesto contribuiscono anche le voci più autorevoli, più diffuse e più note, dell’enciclopedismo latino. In questo contributo si focalizza l’attenzione su un ignorato pigmento bianco tracciato dalle fonti letterarie medioevali quasi un millennio prima di quella che comunemente si ritiene la sua prima attestazione (in un manoscritto inglese del XV secolo). L’obiettivo è in realtà più ampio, quello di contribuire alla ricognizione di una lunga gestazione di usi e sperimentazioni che precedettero l’introduzione di alcuni pigmenti e talvolta la loro produzione industriale. Ciò al fine di evitare semplicistiche applicazioni delle nostre, purtroppo ancora imperfette, conoscenze.

Maria Pia Riccardi, Sandro Baroni, Marica Forni, Un ignorato pigmento bianco del medioevo latino

M. P. Riccardi;M. Forni
2022-01-01

Abstract

Medieval literature transmits important information regarding art materials and techniques, even in the most widespread, well-known, and investigated works. Some of this knowledge, almost inexplicably, has never been given enough attention by historians of art techniques. They have often limited their work to list those pigments and materials that prove the antiquity and authenticity of a specific artifact rather than considering its specific production context and tradition. Moreover, the most authoritative, widespread, and well-known entries in Latin encyclopedias, actually contribute to a better understanding of this context. In this paper, we focus on an ignored white pigment mentioned by medieval literary sources almost a millennium before what is commonly believed to be its first attestation (an English XVth century manuscript). The aim is also to contribute to the recognition of a long development of use and experimentation that preceded the introduction of certain pigments, and sometimes, their industrial production. This contribution will hopefully prevent over-simplifying applications of this realm of knowledge, which remains still imperfect.
2022
La letteratura medioevale trasmette, anche nelle opere più diffuse, note ed indagate, importanti informazioni circa i materiali e le tecniche delle arti coeve. Alcune di queste informazioni, quasi inspiegabilmente, non sono mai state prese in debita considerazione dagli studiosi di tecniche delle arti che sovente si sono limitati a elencare pigmenti e materiali, più con l’obiettivo di avvalorare l’antichità e l’autenticità di un’opera che di considerarla nel suo specifico contesto di produzione e tradizione. Alla comprensione di questo contesto contribuiscono anche le voci più autorevoli, più diffuse e più note, dell’enciclopedismo latino. In questo contributo si focalizza l’attenzione su un ignorato pigmento bianco tracciato dalle fonti letterarie medioevali quasi un millennio prima di quella che comunemente si ritiene la sua prima attestazione (in un manoscritto inglese del XV secolo). L’obiettivo è in realtà più ampio, quello di contribuire alla ricognizione di una lunga gestazione di usi e sperimentazioni che precedettero l’introduzione di alcuni pigmenti e talvolta la loro produzione industriale. Ciò al fine di evitare semplicistiche applicazioni delle nostre, purtroppo ancora imperfette, conoscenze.
La literatura medieval da importantes noticias acerca de los materiales y de las técnicas del arte de su época, aspectos que encontramos incluso en las obras conocidas de mayor difusión y que han sido ya exhaustivamente estudiadas. Parte de este conocimiento, casi sin explicación aparente, no ha sido tomado en cuenta por parte de los estudiosos de las técnicas del arte, quienes se han limitado a enlistar los pigmentos y los materiales, más con el afán de corroborar la antigüedad o la autenticidad de una determinada obra, que con el interés de considerar el contexto específico de producción y de tradición. Cabe destacar que las autoridades más difundidas y conocidas del enciclopedismo latino también contribuyen a la comprensión de dicho contexto. En este estudio se focaliza la atención en un pigmento blanco poco considerado, el cual fue localizado en fuentes literarias medievales, encontrándose mención casi un milenio antes de lo que comúnmente se considera como su primer testimonio (un manuscrito inglés del siglo XV). El objetivo en realidad es más amplio, pues se pretende contribuir al reconocimiento de una larga gestación de usos y experimentaciones que precedieron la introducción de algunos pigmentos, y en ocasiones, su producción industrial, esto con la finalidad de evitar aplicaciones simplistas del conocimiento, del cual queda mucho por perfeccionar.
blanco de estaño, pigmentos, historia de las técnicas del arte, literatura técnica medieval
Tin White, Pigments, Technical Art History, Medieval Technical Literature
bianco di stagno, pigmenti, storia delle tecniche dell’arte, letteratura tecnica medievale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1236063
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