L’approfondimento proposto è stato oggetto di riflessione e ricerca progettuale nell’ambito del Corso di Progetto e Arredo degli Spazi Aperti (a.a. 2020/21 – 21/22, proff. M. Ugolini, C. Gallizioli, A. Farris) e del Workshop di Tesi (a.a. 2020/21, prof. M. Ugolini) del Politecnico di Milano. Piacenza: il comparto ospedaliero Guglielmo da Saliceto, al termine della costruzione del nuovo ospedale extra moenia (studio di fattibilità già approvato), tra circa otto anni, si confronterà con uno svuotamento del proprio patrimonio costruito. Incuneato entro il centro storico, palinsesto stratificatosi nel corso di oltre seicento anni, è presidiato da tre edifici di culto (XV sec.), tra i quali si inserisce lo storico Ospedale Civile fondato nel 1471. Permanenze cardine dell’intera area, che ha registrato nei secoli una progressiva saturazione dei propri spazi aperti, intensificatasi nel corso del Novecento con la costruzione di una serie di Padiglioni specializzati e conclusasi solo alla fine del secolo scorso con l’edificazione dell’immensa “macchina” del Polichirurgico. L’area di progetto si distingue quindi per la sua eccezionalità di grande comparto interno al centro storico, ricco di un patrimonio secolare complesso ed eterogeneo, che trova poche analogie con altri casi di dismissione di ospedali storici in Italia. A partire dall’attuale comparto monofunzionale introverso, racchiuso entro i muri che cingevano gli storici “horti conclusi”, si apre l’opportunità di rendere l’area parte integrante del suo contesto più prossimo attraverso l’insediamento di un mix funzionale, complementare ai servizi esistenti e rispondente alle necessità rilevate. In un contesto di questa portata, il processo di rigenerazione urbana non può non scaturire da un’attenta analisi storica, architettonica, urbana e socio-economica dello stato dell’arte, strumento alla base di un progetto che si fa interpretazione consapevole della realtà di cui propone una completa trasformazione. Solo l’attenta lettura formale del costruito, degli spazi aperti e delle interrelazioni tra gli edifici può condurre verso un processo trasformativo pienamente consapevole delle proprie responsabilità nella riscrittura dei luoghi e capace di interpretare il patrimonio storico nella propria, specifica, vocazione latente.
Risignificare il patrimonio storico. Da complesso ospedaliero a nuovo brano della città di Piacenza
Beatrice Basile;Andrea Renucci;Michele Ugolini
2023-01-01
Abstract
L’approfondimento proposto è stato oggetto di riflessione e ricerca progettuale nell’ambito del Corso di Progetto e Arredo degli Spazi Aperti (a.a. 2020/21 – 21/22, proff. M. Ugolini, C. Gallizioli, A. Farris) e del Workshop di Tesi (a.a. 2020/21, prof. M. Ugolini) del Politecnico di Milano. Piacenza: il comparto ospedaliero Guglielmo da Saliceto, al termine della costruzione del nuovo ospedale extra moenia (studio di fattibilità già approvato), tra circa otto anni, si confronterà con uno svuotamento del proprio patrimonio costruito. Incuneato entro il centro storico, palinsesto stratificatosi nel corso di oltre seicento anni, è presidiato da tre edifici di culto (XV sec.), tra i quali si inserisce lo storico Ospedale Civile fondato nel 1471. Permanenze cardine dell’intera area, che ha registrato nei secoli una progressiva saturazione dei propri spazi aperti, intensificatasi nel corso del Novecento con la costruzione di una serie di Padiglioni specializzati e conclusasi solo alla fine del secolo scorso con l’edificazione dell’immensa “macchina” del Polichirurgico. L’area di progetto si distingue quindi per la sua eccezionalità di grande comparto interno al centro storico, ricco di un patrimonio secolare complesso ed eterogeneo, che trova poche analogie con altri casi di dismissione di ospedali storici in Italia. A partire dall’attuale comparto monofunzionale introverso, racchiuso entro i muri che cingevano gli storici “horti conclusi”, si apre l’opportunità di rendere l’area parte integrante del suo contesto più prossimo attraverso l’insediamento di un mix funzionale, complementare ai servizi esistenti e rispondente alle necessità rilevate. In un contesto di questa portata, il processo di rigenerazione urbana non può non scaturire da un’attenta analisi storica, architettonica, urbana e socio-economica dello stato dell’arte, strumento alla base di un progetto che si fa interpretazione consapevole della realtà di cui propone una completa trasformazione. Solo l’attenta lettura formale del costruito, degli spazi aperti e delle interrelazioni tra gli edifici può condurre verso un processo trasformativo pienamente consapevole delle proprie responsabilità nella riscrittura dei luoghi e capace di interpretare il patrimonio storico nella propria, specifica, vocazione latente.File | Dimensione | Formato | |
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