La città che ha promesso molto Per anni Milano ha attirato a sé con una promessa: in questa città puoi realizzare il tuo progetto, puoi investire i tuoi capitali, puoi far nascere una nuova impresa, puoi incontrare qualcuno o qualcosa che ti cambia la vita. Città dei giovani che vengono da ogni parte d’Italia, città degli universitari, città dove le donne possono ambire a un posto di lavoro degno di questo nome, città delle mille lingue e delle mille appartenenze, città dell’alto e del basso, della moda e delle mode che nascono e rinascono, città delle week e degli eventi, città degli aperitivi e del cibo consumato ad ogni ora del giorno e della notte. Milano che non si ferma perché non ne avrebbe neppure il tempo. È nel suo codice genetico e nella sua forma urbana la metamorfosi e il cambiamento, nulla sta fermo per sempre, tutto può accedere o semplicemente finire e scomparire, senza apparenti traumi. E in questo suo mutare la città è sempre stata capace di lanciare un messaggio assolutamente liberatorio. Se la città cambia, anche tu puoi cambiare, se la città rinnega il suo passato, anche tu puoi rinnegare qualcosa di te. Se la città si trasforma anno dopo anno, se non è schiava della sua storia, del suo perduto splendore, se non vive di nostalgie e di conservazione del patrimonio ereditato, anche tu, qualunque storia abbia, da qualunque sperduto sud tu venga, qualunque vita tu abbia vissuto, puoi cambiare, puoi diventare quello che vuoi, puoi diventare quello che altrove non ti concedevi (o non ti concedevano) di essere.
Promesse, attese, aspettative e possibili delusioni
E. Granata
2023-01-01
Abstract
La città che ha promesso molto Per anni Milano ha attirato a sé con una promessa: in questa città puoi realizzare il tuo progetto, puoi investire i tuoi capitali, puoi far nascere una nuova impresa, puoi incontrare qualcuno o qualcosa che ti cambia la vita. Città dei giovani che vengono da ogni parte d’Italia, città degli universitari, città dove le donne possono ambire a un posto di lavoro degno di questo nome, città delle mille lingue e delle mille appartenenze, città dell’alto e del basso, della moda e delle mode che nascono e rinascono, città delle week e degli eventi, città degli aperitivi e del cibo consumato ad ogni ora del giorno e della notte. Milano che non si ferma perché non ne avrebbe neppure il tempo. È nel suo codice genetico e nella sua forma urbana la metamorfosi e il cambiamento, nulla sta fermo per sempre, tutto può accedere o semplicemente finire e scomparire, senza apparenti traumi. E in questo suo mutare la città è sempre stata capace di lanciare un messaggio assolutamente liberatorio. Se la città cambia, anche tu puoi cambiare, se la città rinnega il suo passato, anche tu puoi rinnegare qualcosa di te. Se la città si trasforma anno dopo anno, se non è schiava della sua storia, del suo perduto splendore, se non vive di nostalgie e di conservazione del patrimonio ereditato, anche tu, qualunque storia abbia, da qualunque sperduto sud tu venga, qualunque vita tu abbia vissuto, puoi cambiare, puoi diventare quello che vuoi, puoi diventare quello che altrove non ti concedevi (o non ti concedevano) di essere.File | Dimensione | Formato | |
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