Molte città si stanno dotando di un’architettura ostile (o difensiva), studiata per inibire la presenza delle persone nello spazio pubblico. È la stessa vita pulsante della città a suscitare un istinto di controllo in certe componenti politiche e su alcune fasce della popolazione. Il bestiario degli spazi si arricchisce anno dopo anno: panchine con braccioli in mezzo che impediscono di potersi sdraiare, spunzoni anti-seduta disposti sulle soglie delle vetrine, spunzoni anti-skateboard, dissuasori ultrasonici che emettono un sibilo disturbante e percepibile solo dai ragazzi più giovani. In Francia li chiamano arredi disciplinanti, quelle soluzioni capaci di determinare i comportamenti delle persone negli spazi collettivi. In nome del controllo e di una presunta maggiore sicurezza degli spazi si snatura uno dei caratteri più forti dell’identità delle nostre città: la capacità di accogliere, di mescolare le differenze, di integrare la varietà delle persone, persino di sostare nello spazio pubblico e di incontrarsi.

Spazi di negazione

E. Granata
2023-01-01

Abstract

Molte città si stanno dotando di un’architettura ostile (o difensiva), studiata per inibire la presenza delle persone nello spazio pubblico. È la stessa vita pulsante della città a suscitare un istinto di controllo in certe componenti politiche e su alcune fasce della popolazione. Il bestiario degli spazi si arricchisce anno dopo anno: panchine con braccioli in mezzo che impediscono di potersi sdraiare, spunzoni anti-seduta disposti sulle soglie delle vetrine, spunzoni anti-skateboard, dissuasori ultrasonici che emettono un sibilo disturbante e percepibile solo dai ragazzi più giovani. In Francia li chiamano arredi disciplinanti, quelle soluzioni capaci di determinare i comportamenti delle persone negli spazi collettivi. In nome del controllo e di una presunta maggiore sicurezza degli spazi si snatura uno dei caratteri più forti dell’identità delle nostre città: la capacità di accogliere, di mescolare le differenze, di integrare la varietà delle persone, persino di sostare nello spazio pubblico e di incontrarsi.
2023
spazi, regole, accessibilità, democrazia, architettura ostiile
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