L’insegnamento dell’urbanistica tra disintegrazione della conoscenza, dilemmi epistemologici e questione etica. Un quadro concettuale

Una riflessione circa l’educazione degli urbanisti italiani del XXI secolo appare, ad oggi, assai opportuna. Almeno per due motivi. In primo luogo, la situazione contingente: l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che pone con forza all’attenzione delle amministrazioni pubbliche il tema delle competenze in materia di governo del territorio nonché alle istituzioni universitarie la responsabilità di una formazione adeguata alle sfide che si prospettano. In secondo luogo, i profondi mutamenti sociali, economici, ambientali e tecnologici che le società dei prossimi decenni sperimenteranno – con che esiti, è difficile stabilire. Dinanzi a queste trasformazioni di portata epocale, un’esplorazione critica del rapporto tra formazione universitaria, pratica professionale e dimensione deontologica potrà forse suggerire qualche ulteriore elemento di riflessione. Attraverso una panoramica dei moduli didattici di etica presenti nei corsi – italiani e non – di pianificazione urbanistica e territoriale, l’articolo intende contribuire al dibattito sul futuro dell’urbanistica e del suo insegnamento.