Che cosa significa ‘pianificare’ nell’età della tecnica? Come cambia e qual è il ruolo dei pianificatori, oggi? In che termini è possibile parlare di ‘fragilità’ delle basi epistemologiche, delle pratiche, dei ruoli stessi? Prendendo le mosse da queste domande complesse, l’articolo suggerisce un’esplorazione della figura dei planners sospesa fra i limiti di un modello di produzione e diffusione della conoscenza (sempre più) specialistico, da un lato, e la necessità di coniugare tale paradigma con le molteplici sfide imposte dalla complessità degli scenari urbani contemporanei, dall’altro. Dinanzi a questa tensione, accentuata dalle condizioni di incertezza ontologica proprie del panorama odierno, i pianificatori sono chiamati a riconoscere la fragilità del (proprio) sapere tecnico così come l’esistenza – ineludibile – di forme di «relazionalità asimmetrica». Si tratta del primo passo per poter (ri)pensare funzione e peso dei pianificatori dinanzi alle sfide poste dall’immediato futuro – e fra queste, il contrasto alla scholarly isolation, quale tendenza all’isolamento dei saperi dalle pratiche (e degli ‘esperti’ dalla società).
L'esperto fragile. Ripensare il ruolo dei pianificatori nell'età della tecnica
R. Signoroni
2022-01-01
Abstract
Che cosa significa ‘pianificare’ nell’età della tecnica? Come cambia e qual è il ruolo dei pianificatori, oggi? In che termini è possibile parlare di ‘fragilità’ delle basi epistemologiche, delle pratiche, dei ruoli stessi? Prendendo le mosse da queste domande complesse, l’articolo suggerisce un’esplorazione della figura dei planners sospesa fra i limiti di un modello di produzione e diffusione della conoscenza (sempre più) specialistico, da un lato, e la necessità di coniugare tale paradigma con le molteplici sfide imposte dalla complessità degli scenari urbani contemporanei, dall’altro. Dinanzi a questa tensione, accentuata dalle condizioni di incertezza ontologica proprie del panorama odierno, i pianificatori sono chiamati a riconoscere la fragilità del (proprio) sapere tecnico così come l’esistenza – ineludibile – di forme di «relazionalità asimmetrica». Si tratta del primo passo per poter (ri)pensare funzione e peso dei pianificatori dinanzi alle sfide poste dall’immediato futuro – e fra queste, il contrasto alla scholarly isolation, quale tendenza all’isolamento dei saperi dalle pratiche (e degli ‘esperti’ dalla società).File | Dimensione | Formato | |
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