Robertò Ardigò (Casteldidone 1828-Mantova 1920), svestito nel 1871 (dopo vent'anni di servizio liturgico) l'abito talare, divenne uno dei maggiori filosofi positivisti italiani. Applicò il suo pungente intelletto a diverse disciplline e fra queste anche alla scienza idraulica. A Mantova, dove si istruì e visse, il problema relativo alla regimazione delle acque dei fiumi Mincio e Po era all'epoca particolarmente sentito, in quanto dalla loro corretta gestione dipendeva la salute e la sopravvivenza della città e dei suoi abitanti. All'indomani dell'annessione di Mantova al Regno d'Italia, il problema igienico-sanitario era stato aggravato da mezzo secolo di Restaurazione e tre guerre di Indipendenza, che avevano trasformato di fatto la città in una insalubre piazzaforte. Circondata dalle acque stagnanti del fiume Mincio, minacciata dalle piene del Garda e da quelle de Po, privata da decenni dei principali presidi che avevano nei secoli decretato la sua relativa salubrità e prosperità economica (la Chiusa e la Conca di Navigazione di Governolo), interrotta (per ragioni militari) la costruzione di nuove infrastrutture (la napoleonica diga Chasseloup con i progettati manufatti regolatori e di navigazione), allagato per ragioni strategiche il tanto faticosamente bonificato quarto lago meridionale detto di Paiolo, Mantova entrò a far parte del regno sabaudo nelle peggiori condizioni economiche ed infrastrutturali. Ardigò ebbe il merito di partecipare al dibattito e di stimolare la reazione della classe tecnica locale e nazionale, contrapponendo all'idea della difesa perimetrale della città una più ampia prospettiva di sistemazione territoriale che, se attuata, avrebbe per sempre mutato la forma della città storica circondata dai laghi.

Dalla filosofia alla scienza idraulica: Roberto Ardigò e i laghi di Mantova

C. Togliani
2021-01-01

Abstract

Robertò Ardigò (Casteldidone 1828-Mantova 1920), svestito nel 1871 (dopo vent'anni di servizio liturgico) l'abito talare, divenne uno dei maggiori filosofi positivisti italiani. Applicò il suo pungente intelletto a diverse disciplline e fra queste anche alla scienza idraulica. A Mantova, dove si istruì e visse, il problema relativo alla regimazione delle acque dei fiumi Mincio e Po era all'epoca particolarmente sentito, in quanto dalla loro corretta gestione dipendeva la salute e la sopravvivenza della città e dei suoi abitanti. All'indomani dell'annessione di Mantova al Regno d'Italia, il problema igienico-sanitario era stato aggravato da mezzo secolo di Restaurazione e tre guerre di Indipendenza, che avevano trasformato di fatto la città in una insalubre piazzaforte. Circondata dalle acque stagnanti del fiume Mincio, minacciata dalle piene del Garda e da quelle de Po, privata da decenni dei principali presidi che avevano nei secoli decretato la sua relativa salubrità e prosperità economica (la Chiusa e la Conca di Navigazione di Governolo), interrotta (per ragioni militari) la costruzione di nuove infrastrutture (la napoleonica diga Chasseloup con i progettati manufatti regolatori e di navigazione), allagato per ragioni strategiche il tanto faticosamente bonificato quarto lago meridionale detto di Paiolo, Mantova entrò a far parte del regno sabaudo nelle peggiori condizioni economiche ed infrastrutturali. Ardigò ebbe il merito di partecipare al dibattito e di stimolare la reazione della classe tecnica locale e nazionale, contrapponendo all'idea della difesa perimetrale della città una più ampia prospettiva di sistemazione territoriale che, se attuata, avrebbe per sempre mutato la forma della città storica circondata dai laghi.
2021
Storia dell'ingegneria idraulica
Storia della città e del territorio
Mincio, fiume
Mantova, Laghi di
Ardigò Roberto, filosofo
Raineri Giuseppe, ingegnere
Gonzales Angelo, ingegnere
Arrivabene Ugo, ingegnere
Rosatti Giuseppe, ingegnere
Lodi Giulio, ingegnere
Lodi Pietro, ingegnere
Cosentini Enrico, capitano del Genio Militare
Rohn Giovanni, tenente colonnello del Genio Militare
Lombardini Elia, ingegnere
Zarda Francesco, medico
Quintavalle Giuseppe, medico
Giacometti Vincenzo, medico
Malacarne Nicola, ingegnere capo del Genio Civile di Mantova
Villani Carlo, ingegnere
Hannau Claudio, ingegnere
Ferrari Aristide, ingegnere
Giani Eugenio, ingegnere
Cavalletto Alberto, ingegnere
Lanciani Filippo, ingegnere
Menini Giuseppe, ingegnere
Martinelli Jacopo, ingegnere
Martinetti Francesco, ingegnere
Arrivabene Ugo, ingegnere
Bustini Filadelfo, ingegnere
Ferretti Alessandro, ingegnere
Masetti Agostino, ingegnere
Dari Luigi, ingegnere
Chizzolini Girolamo, ingegnere
Mari Francesco, ingegnere
Vallenari Roberto, ingegnere
Averone Antonio, ingegnere
Garda, Lago di
Po, fiume
Paiolo, Valle di
Governolo, chiusa e conca di
Chasseloup-Masetti, Diga
Mulini, Diga-Ponte di
Fissero-Tartaro-Canal Bianco, Canale
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