A crux that urban planning has been dragging on for decades is the generalization with which it uses the words of ecology. A generalization that cannot be allowed in the face of a territorial project that is thirsty for truth about the ecosystem. The territorialist proposal, already close to Langer’s idea of ecological conversion, may be a possible path for necessary changes. But some ghosts need to be defeated: technological blunder, ecological ignorance, administrative fragmentation, etc.. Soil is the ecosystem resource denied by the urban project. But it is also the parameter through which we can monitor the eff ort or failure of urban planning towards territorial care. In Italy, land consumption is out of control and keeps staying out of any reform. The very urban planning does not care about it and, perhaps, one reason for this distraction is the profound and intimate lack of knowledge of what soil ecologically is. Making room for these words in study paths, in political training, in the updating of public and private technicians, is a question we pose as crucial for moving towards the future and addressing what has now become, by dint of neglect, an urgency: the ecological and climatic crisis. More than a new human civilization, an ecologization of civilization is urgent. And precise words are always a symbolic key

Un nodo che l’urbanistica si trascina da lustri è la generalizzazione con la quale usa le parole dell’ecologia. Una generalizzazione che non si può permettere davanti a un progetto di territorio che ha sete di verità sull’ecosistema. La proposta territorialista, già vicina all’idea di conversione ecologica di Langer, può essere un percorso possibile per i cambiamenti necessari. Ma occorre sconfi ggere alcuni fantasmi: l’abbaglio tecnologico, l’ignoranza ecologica, la frammentazione amministrativa, etc.. Il suolo è la risorsa ecosistemica negata dal progetto urbano. Ma è anche il parametro attraverso il quale possiamo monitorare lo sforzo o il fallimento dell’urbanistica verso la cura del territorio. In Italia il consumo di suolo è fuori controllo e continua a non essere al centro di alcuna riforma. La stessa urbanistica non se ne cura e, forse, un motivo di questa distrazione è proprio nella non conoscenza profonda e intima di cosa sia eff ettivamente ed ecologicamente il suolo. Fare spazio a queste parole nei percorsi di studio, nella formazione politica, nell’aggiornamento dei tecnici pubblici e privati, è una questione che poniamo come cruciale per muoverci in direzione futuro e aff rontare quella che ormai è divenuta, a furia di trascuratezza, un’urgenza: la crisi ecologica e climatica. Più che una nuova civilizzazione antropica, urge una ecologizzazione della civiltà. E le parole precise sono una chiave simbolica.

Le parole dell’ecologia per dare buon futuro al progetto di territorio

P. Pileri
2022-01-01

Abstract

A crux that urban planning has been dragging on for decades is the generalization with which it uses the words of ecology. A generalization that cannot be allowed in the face of a territorial project that is thirsty for truth about the ecosystem. The territorialist proposal, already close to Langer’s idea of ecological conversion, may be a possible path for necessary changes. But some ghosts need to be defeated: technological blunder, ecological ignorance, administrative fragmentation, etc.. Soil is the ecosystem resource denied by the urban project. But it is also the parameter through which we can monitor the eff ort or failure of urban planning towards territorial care. In Italy, land consumption is out of control and keeps staying out of any reform. The very urban planning does not care about it and, perhaps, one reason for this distraction is the profound and intimate lack of knowledge of what soil ecologically is. Making room for these words in study paths, in political training, in the updating of public and private technicians, is a question we pose as crucial for moving towards the future and addressing what has now become, by dint of neglect, an urgency: the ecological and climatic crisis. More than a new human civilization, an ecologization of civilization is urgent. And precise words are always a symbolic key
2022
Un nodo che l’urbanistica si trascina da lustri è la generalizzazione con la quale usa le parole dell’ecologia. Una generalizzazione che non si può permettere davanti a un progetto di territorio che ha sete di verità sull’ecosistema. La proposta territorialista, già vicina all’idea di conversione ecologica di Langer, può essere un percorso possibile per i cambiamenti necessari. Ma occorre sconfi ggere alcuni fantasmi: l’abbaglio tecnologico, l’ignoranza ecologica, la frammentazione amministrativa, etc.. Il suolo è la risorsa ecosistemica negata dal progetto urbano. Ma è anche il parametro attraverso il quale possiamo monitorare lo sforzo o il fallimento dell’urbanistica verso la cura del territorio. In Italia il consumo di suolo è fuori controllo e continua a non essere al centro di alcuna riforma. La stessa urbanistica non se ne cura e, forse, un motivo di questa distrazione è proprio nella non conoscenza profonda e intima di cosa sia eff ettivamente ed ecologicamente il suolo. Fare spazio a queste parole nei percorsi di studio, nella formazione politica, nell’aggiornamento dei tecnici pubblici e privati, è una questione che poniamo come cruciale per muoverci in direzione futuro e aff rontare quella che ormai è divenuta, a furia di trascuratezza, un’urgenza: la crisi ecologica e climatica. Più che una nuova civilizzazione antropica, urge una ecologizzazione della civiltà. E le parole precise sono una chiave simbolica.
soil; ecological education; technology; soil & land consumption; territorialism
suolo; educazione ecologica; tecnologia; consumo di suolo; territorialismo
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