Il restauro della guglia maggiore del Duomo di Milano, tra il 1839 e il 1841, rappresentò un punto di svolta nella pratica del restauro architettonico che si praticava nella prima metà del XIX secolo. In un’epoca segnata da rivoluzioni di classe e radicali innovazioni tecnologiche, la crescente egemonia della classe borghese dava origine a una serie di cambiamenti che diverranno lo spartiacque tra un mondo in cui sopravvivevano i retaggi di una superata civiltàα secolare medievale e una societàα che ambiva a essere riformata in chiave moderna. Il rapporto con il passato assunse quindi un significato prioritario per identificare il cambiamento che prese corso fin dalle prime riforme che in Lombardia vennero introdotte dall’amministrazione asburgica e da quella napoleonica. Dall’istituzione dell’Accademia di Brera alla gestione delle grandi fabbriche monumentali, in piena Restaurazione, a Milano si moltiplicarono gli episodi di restauro di opere d’arte e architetture storiche. Gli interventi di restauro si caratterizzarono per le loro scelte ideologiche, a volte guidati da una genuina idea di riscoperta della storia patria, legata alle crescenti tensioni risorgimentali, e a volte più inclini a promuovere l’immagine del buon governo offerto dell’establishment politico al potere. Il racconto dell’intervento condotto da Ambrogio Nava sulla gran guglia del Duomo di Milano fornisce la possibilità di riflettere sui cambiamenti della società lombarda scossa da tensioni rivoluzionarie e politiche repressive indotte dalla restaurazione dell’ordine costituito prima degli stravolgimenti provocati dalla Rivoluzione francese. Il presente studio parte dall’analisi del ritratto di questo erudito, il conte Ambrogio Nava, sul quale è disponibile una eloquente scheda all’interno del Dizionario storico, artistico e religioso della Fabbrica del Duomo, ma per il quale non è mai stata compiuta una disanima esaustiva che abbia messo in relazione la sua opera di pittore, architetto e restauratore con la societàα milanese e lombarda a lui contemporanea.
Ambrogio Nava. Architetto e restauratore
L. Cantini
2023-01-01
Abstract
Il restauro della guglia maggiore del Duomo di Milano, tra il 1839 e il 1841, rappresentò un punto di svolta nella pratica del restauro architettonico che si praticava nella prima metà del XIX secolo. In un’epoca segnata da rivoluzioni di classe e radicali innovazioni tecnologiche, la crescente egemonia della classe borghese dava origine a una serie di cambiamenti che diverranno lo spartiacque tra un mondo in cui sopravvivevano i retaggi di una superata civiltàα secolare medievale e una societàα che ambiva a essere riformata in chiave moderna. Il rapporto con il passato assunse quindi un significato prioritario per identificare il cambiamento che prese corso fin dalle prime riforme che in Lombardia vennero introdotte dall’amministrazione asburgica e da quella napoleonica. Dall’istituzione dell’Accademia di Brera alla gestione delle grandi fabbriche monumentali, in piena Restaurazione, a Milano si moltiplicarono gli episodi di restauro di opere d’arte e architetture storiche. Gli interventi di restauro si caratterizzarono per le loro scelte ideologiche, a volte guidati da una genuina idea di riscoperta della storia patria, legata alle crescenti tensioni risorgimentali, e a volte più inclini a promuovere l’immagine del buon governo offerto dell’establishment politico al potere. Il racconto dell’intervento condotto da Ambrogio Nava sulla gran guglia del Duomo di Milano fornisce la possibilità di riflettere sui cambiamenti della società lombarda scossa da tensioni rivoluzionarie e politiche repressive indotte dalla restaurazione dell’ordine costituito prima degli stravolgimenti provocati dalla Rivoluzione francese. Il presente studio parte dall’analisi del ritratto di questo erudito, il conte Ambrogio Nava, sul quale è disponibile una eloquente scheda all’interno del Dizionario storico, artistico e religioso della Fabbrica del Duomo, ma per il quale non è mai stata compiuta una disanima esaustiva che abbia messo in relazione la sua opera di pittore, architetto e restauratore con la societàα milanese e lombarda a lui contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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