Con quali strumenti si prende consapevolezza dei mezzi e dei modi del progetto di architettura e degli interni? Come si mostra a chi si avvicina al progetto la capacità di prefigurazione di uno spazio che ancora non esiste (o di immaginazione di un luogo che è così lontano nello spazio e nel tempo da essere di fatto non esperibile)? Questo è il racconto di una introduzione al progetto strutturata in due tempi: uno di lettura attraverso le complessità della forma materiale e uno di disegno delle stesse complessità a partire da un contesto solo apparentemente semplificato. In un caso l’architettura è data, un interno magistrale dell’ultimo secolo, e va letta, decifrata e interpretata livello dopo livello, secondo approfondimenti successivi che sono anche sperimentazioni grafiche, per dire dimensioni, calore, colore, valori tattili, luminosità, presi singolarmente e come parte di un insieme: - vedere / leggere, ovvero acquisire consapevolezza dei fondamenti teorici di costituzione dello spazio interno, esplorarne possibilità e potenzialità configurative, sperimentarne strumenti e metodi di scrittura o di riscrittura e acquisire consapevolezza delle strutture percettive; - comprendere / analizzare, ovvero acquisire strumenti per decodificare i caratteri dello spazio, formali/strutturali (morfologici), o anche espressivo/culturali (allestitivi) - interpretare / comunicare, ovvero acquisire strumenti per la comunicazione del progetto, sviluppare e sostenere un pensiero critico/interpretativo. Nell’altro caso l’architettura va progettata: un padiglione senza un luogo specifico, fatte salve le misure di un lotto rettangolare, e senza una funzione specifica, fatta salva la capacità di accogliere in una sua parte un uso pubblico e in un’altra un uso privato, che presenta invece una caratterizzazione costruttiva ben specificata. Questa piccola architettura deve essere disegnata a partire da un set di componenti preassegnati, elementi lineari e piani, da usare in orizzontale o in verticale, e a diverse altezze dal terreno, e da disporre secondo le direzioni ortogonali, con una particolare attenzione ai nodi. Solo alla fine del processo di ideazione dell’architettura, uno di questi componenti dovrà essere caratterizzato da un colore materia. Inizialmente senza l’aiuto del disegno, la forma si definisce facendo uso esclusivo di modelli tridimensionali, riuscendo a evidenziare anche agli occhi di chi per la prima volta si avvicina all’architettura e a un modo di intenderla come interno praticabile, aperto all’accoglienza del gesto dell’uomo, l’importanza della stanza, principio dell’architettura, e delle connessioni fra stanze, il legame stretto fra forma e dimensioni di un interno e attività che in esso è possibile svolgere, il ruolo della luce, la coerenza fra la forma e struttura. La trascrizione in un disegno in scala è successiva, e si avvale di viste piane e tridimensionali: apre alla interpretazione della misura e della tridimensionalità attraverso lo spessore del foglio. Un avvio, un’apertura all’architettura e agli interni, eventualmente da ripetere attraverso gli anni della formazione e della pratica, per fondare e rimettere in discussione competenze apparentemente già acquisite, riportando al centro del processo ideativo la complessità della forma materiale, fatta di spazio, margini e attrezzature colti nella loro consistenza materico-tecnologica, nella loro articolazione formale e nei loro aspetti funzionali e fruitivi.

Modello

M. Averna
2022-01-01

Abstract

Con quali strumenti si prende consapevolezza dei mezzi e dei modi del progetto di architettura e degli interni? Come si mostra a chi si avvicina al progetto la capacità di prefigurazione di uno spazio che ancora non esiste (o di immaginazione di un luogo che è così lontano nello spazio e nel tempo da essere di fatto non esperibile)? Questo è il racconto di una introduzione al progetto strutturata in due tempi: uno di lettura attraverso le complessità della forma materiale e uno di disegno delle stesse complessità a partire da un contesto solo apparentemente semplificato. In un caso l’architettura è data, un interno magistrale dell’ultimo secolo, e va letta, decifrata e interpretata livello dopo livello, secondo approfondimenti successivi che sono anche sperimentazioni grafiche, per dire dimensioni, calore, colore, valori tattili, luminosità, presi singolarmente e come parte di un insieme: - vedere / leggere, ovvero acquisire consapevolezza dei fondamenti teorici di costituzione dello spazio interno, esplorarne possibilità e potenzialità configurative, sperimentarne strumenti e metodi di scrittura o di riscrittura e acquisire consapevolezza delle strutture percettive; - comprendere / analizzare, ovvero acquisire strumenti per decodificare i caratteri dello spazio, formali/strutturali (morfologici), o anche espressivo/culturali (allestitivi) - interpretare / comunicare, ovvero acquisire strumenti per la comunicazione del progetto, sviluppare e sostenere un pensiero critico/interpretativo. Nell’altro caso l’architettura va progettata: un padiglione senza un luogo specifico, fatte salve le misure di un lotto rettangolare, e senza una funzione specifica, fatta salva la capacità di accogliere in una sua parte un uso pubblico e in un’altra un uso privato, che presenta invece una caratterizzazione costruttiva ben specificata. Questa piccola architettura deve essere disegnata a partire da un set di componenti preassegnati, elementi lineari e piani, da usare in orizzontale o in verticale, e a diverse altezze dal terreno, e da disporre secondo le direzioni ortogonali, con una particolare attenzione ai nodi. Solo alla fine del processo di ideazione dell’architettura, uno di questi componenti dovrà essere caratterizzato da un colore materia. Inizialmente senza l’aiuto del disegno, la forma si definisce facendo uso esclusivo di modelli tridimensionali, riuscendo a evidenziare anche agli occhi di chi per la prima volta si avvicina all’architettura e a un modo di intenderla come interno praticabile, aperto all’accoglienza del gesto dell’uomo, l’importanza della stanza, principio dell’architettura, e delle connessioni fra stanze, il legame stretto fra forma e dimensioni di un interno e attività che in esso è possibile svolgere, il ruolo della luce, la coerenza fra la forma e struttura. La trascrizione in un disegno in scala è successiva, e si avvale di viste piane e tridimensionali: apre alla interpretazione della misura e della tridimensionalità attraverso lo spessore del foglio. Un avvio, un’apertura all’architettura e agli interni, eventualmente da ripetere attraverso gli anni della formazione e della pratica, per fondare e rimettere in discussione competenze apparentemente già acquisite, riportando al centro del processo ideativo la complessità della forma materiale, fatta di spazio, margini e attrezzature colti nella loro consistenza materico-tecnologica, nella loro articolazione formale e nei loro aspetti funzionali e fruitivi.
2022
Dichiarazione di Interni. Atlante di parole e immagini
978-88-32072-28-0
architettura degli interni, progetto, modello, costruzione, disegno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1228757
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