Dall’inizio del 2015 la Veneranda Fabbrica del Duomo (l’istituzione che dal 1387 sovrintende alla costruzione ed alla manutenzione della Cattedrale milanese) ed il Politecnico di Milano hanno riorganizzato la loro consolidata collaborazione, impostando sistematicamente una corposa serie di attività scientifiche di studio e di ricerca sui temi significativi per la manutenzione del Duomo. Un rilievo particolare ha avuto, in questa prospettiva, lo studio delle interazioni delle architetture della Cattedrale con le caratteristiche termiche ed igrometriche dell’ambiente nel quale l’edificio si trova: temperatura ed umidità sono infatti, al momento, le principali sollecitazioni alle quali il monumento è esposto. Si è dunque attivata la registrazione sistematica delle condizioni ambientali esterne, che risulta un approfondimento piuttosto semplice; accompagnata da una più complessa campagna di monitoraggio delle condizioni ambientali interne, valutando diverse posizioni planimetriche, diverse altezze, diversi ambienti (navate, sordine, sagrestie, sotterranei). Le prospettive di tale studio di ampio respiro, tuttora in corso sotto la regia del professor Niccolò Aste del Politecnico e dell’ingegner Francesco Canali della Veneranda Fabbrica del Duomo, sono interessantissime. Una prima fase di studio (indispensabile, data la vastità dell’ambiente e del volume d’aria in esso racchiuso), condotta con l’ausilio di sonde mobili collegate a piccoli palloni aerostatici, ha portato alla definizione dei migliori punti di installazione di un sistema di sonde fisse. Questa sono ora al lavoro e, tramite i primi risultati forniti dal monitoraggio, si stanno valutando alcuni interessanti spunti legati alla possibilità di free-cooling per il mantenimento delle migliori caratteristiche di utilizzo della Cattedrale da parte dei fedeli e di conservazione delle opere d’arte [1]. A questi studi di più ampio respiro si è collegato, all’inizio del 2019, un più specifico e dettagliato approfondimento mirato ad investigare la complessa situazione della Sagrestia Nord (Sagrestia Aquilonare) della quale si intendeva avviare un completo restauro anche in ragione delle precarie condizioni di conservazione degli affreschi delle volte e delle pareti, principalmente compromesse da inspiegabili (all’atto dell’avio del progetto di restauro) fenomeni legati alla presenza di elevati tenori d’umidità. La Veneranda Fabbrica del Duomo ed il Politecnico di Milano, nelle persone della professoressa Elisabetta Rosina, del professor Stefano Della Torre e dell’ingegner Francesco Canali si sono trovati d’accordo nel ritenere che, a fronte della impossibilità a comprendere intuitivamente i fenomeni dei quali si potevano vedere evidenti conseguenze (estese efflorescenze saline sulle superfici pittoriche; distacco di quattro vele affrescate in qualche modo restaurate negli anni ’60 del XX secolo; compromissione della parte sommitale degli intonaci delle colonne centrali, subito al di sopra dei capitelli in corrispondenza dell’imposta delle volte) fosse indispensabile partire da un attento monitoraggio delle condizioni ambientali interne, nella configurazione precedente all’avvio del restauro. Di seguito il resoconto di tali studi, delle attività ad essi connesse e delle conclusioni alle quali si è giunti: sia in termini di comprensione dei fenomeni, che di messa a punto di ulteriori attività di monitoraggio, indispensabili per ottimizzare la efficacia e la durata dei lavori di manutenzione eseguiti.

Il monitoraggio di un macrovolume (una cattedrale): il Duomo di Milano e la Sagrestia Nord

S. Della Torre;Elisabetta Rosina;A. Ammendola;M. Zala
2021-01-01

Abstract

Dall’inizio del 2015 la Veneranda Fabbrica del Duomo (l’istituzione che dal 1387 sovrintende alla costruzione ed alla manutenzione della Cattedrale milanese) ed il Politecnico di Milano hanno riorganizzato la loro consolidata collaborazione, impostando sistematicamente una corposa serie di attività scientifiche di studio e di ricerca sui temi significativi per la manutenzione del Duomo. Un rilievo particolare ha avuto, in questa prospettiva, lo studio delle interazioni delle architetture della Cattedrale con le caratteristiche termiche ed igrometriche dell’ambiente nel quale l’edificio si trova: temperatura ed umidità sono infatti, al momento, le principali sollecitazioni alle quali il monumento è esposto. Si è dunque attivata la registrazione sistematica delle condizioni ambientali esterne, che risulta un approfondimento piuttosto semplice; accompagnata da una più complessa campagna di monitoraggio delle condizioni ambientali interne, valutando diverse posizioni planimetriche, diverse altezze, diversi ambienti (navate, sordine, sagrestie, sotterranei). Le prospettive di tale studio di ampio respiro, tuttora in corso sotto la regia del professor Niccolò Aste del Politecnico e dell’ingegner Francesco Canali della Veneranda Fabbrica del Duomo, sono interessantissime. Una prima fase di studio (indispensabile, data la vastità dell’ambiente e del volume d’aria in esso racchiuso), condotta con l’ausilio di sonde mobili collegate a piccoli palloni aerostatici, ha portato alla definizione dei migliori punti di installazione di un sistema di sonde fisse. Questa sono ora al lavoro e, tramite i primi risultati forniti dal monitoraggio, si stanno valutando alcuni interessanti spunti legati alla possibilità di free-cooling per il mantenimento delle migliori caratteristiche di utilizzo della Cattedrale da parte dei fedeli e di conservazione delle opere d’arte [1]. A questi studi di più ampio respiro si è collegato, all’inizio del 2019, un più specifico e dettagliato approfondimento mirato ad investigare la complessa situazione della Sagrestia Nord (Sagrestia Aquilonare) della quale si intendeva avviare un completo restauro anche in ragione delle precarie condizioni di conservazione degli affreschi delle volte e delle pareti, principalmente compromesse da inspiegabili (all’atto dell’avio del progetto di restauro) fenomeni legati alla presenza di elevati tenori d’umidità. La Veneranda Fabbrica del Duomo ed il Politecnico di Milano, nelle persone della professoressa Elisabetta Rosina, del professor Stefano Della Torre e dell’ingegner Francesco Canali si sono trovati d’accordo nel ritenere che, a fronte della impossibilità a comprendere intuitivamente i fenomeni dei quali si potevano vedere evidenti conseguenze (estese efflorescenze saline sulle superfici pittoriche; distacco di quattro vele affrescate in qualche modo restaurate negli anni ’60 del XX secolo; compromissione della parte sommitale degli intonaci delle colonne centrali, subito al di sopra dei capitelli in corrispondenza dell’imposta delle volte) fosse indispensabile partire da un attento monitoraggio delle condizioni ambientali interne, nella configurazione precedente all’avvio del restauro. Di seguito il resoconto di tali studi, delle attività ad essi connesse e delle conclusioni alle quali si è giunti: sia in termini di comprensione dei fenomeni, che di messa a punto di ulteriori attività di monitoraggio, indispensabili per ottimizzare la efficacia e la durata dei lavori di manutenzione eseguiti.
2021
AFI 2021 - Cattedrali europee. Clima, microclima e conservazione dei beni culturali
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
AFI_2021_F. Canali, S. Della Torre, E. Rosina, M. Zala, A. Ammendola.pdf

Accesso riservato

: Post-Print (DRAFT o Author’s Accepted Manuscript-AAM)
Dimensione 695.2 kB
Formato Adobe PDF
695.2 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1228315
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact