Per l’Italia la guerra al fianco della Germania nazista è sfociata in un disastro militare con la conseguente disgregazione sociale e civile del Paese. La sempre crescente richiesta di alloggi e la reale necessità di ricostruire ciò che era stato distrutto, spinge lo Stato ad investire ingenti somme di denaro per la costruzione di nuovi quartieri residenziali. I consistenti aiuti annunciati nel 1947 dal Segretario di Stato americano George Marshall contribuirono in modo determinante al rilancio del sistema produttivo e all’aumento delle risorse economiche, consentendo il varo di un vasto programma di interventi pubblici di cui il Ministro del lavoro Amintore Fanfani si fece portavoce. Scesero in campo diversi attori, tutti uniti secondo un unico principio guida: funzionalità, innovazione ed economia. Gli Enti pubblici, le Fondazioni e le Cooperative interpretarono in modo diverso i brani della ‘città pubblica’ che stava per nascere. I punti fondamentali dovevano essere salubrità dell’ambiente ed innovazione nelle tecnologie edilizie e impiantistiche. Nacquero i primi quartieri sperimentali, veri e propri casi studio da cui partire per una progettazione razionale. L’Istituto Autonomo Case Popolari, l’INA-Casa e la Cooperativa ‘La Famiglia’ furono i tre più importanti protagonisti che operavano nel settore dell’edilizia popolare bresciana a partire dall’immediato dopoguerra. INA-Casa e lo IACP operarono sul territorio a partire dal 1947 con la costruzione del primo quartiere satellite (Lamarmora), considerato pioniere dell’architettura popolare cittadina. Di particolare interesse furono anche i brani di città progettati da architetti già famosi nel panorama italiano, come Piero Bottoni e Giovanni Muzio che si occuparono di due vasti insediamenti posti nell’estrema periferia Ovest. Contemporaneamente, ma con modalità del tutto differenti, intervenne sul territorio anche Padre Ottorino Marcolini con la Cooperativa ‘La Famiglia’ che assolse al tema della villetta il compito di restituire, in un contesto semi-cittadino e non più campagnolo, la dignità dell’abitazione singola con uno spazio esterno di pertinenza da adibire a giardino o ad orto.

Brescia Periferica. Genesi e storia del tessuto abitativo tra il Dopoguerra e il Boom Economico

V. Puglisi;A. Delmenico
2022-01-01

Abstract

Per l’Italia la guerra al fianco della Germania nazista è sfociata in un disastro militare con la conseguente disgregazione sociale e civile del Paese. La sempre crescente richiesta di alloggi e la reale necessità di ricostruire ciò che era stato distrutto, spinge lo Stato ad investire ingenti somme di denaro per la costruzione di nuovi quartieri residenziali. I consistenti aiuti annunciati nel 1947 dal Segretario di Stato americano George Marshall contribuirono in modo determinante al rilancio del sistema produttivo e all’aumento delle risorse economiche, consentendo il varo di un vasto programma di interventi pubblici di cui il Ministro del lavoro Amintore Fanfani si fece portavoce. Scesero in campo diversi attori, tutti uniti secondo un unico principio guida: funzionalità, innovazione ed economia. Gli Enti pubblici, le Fondazioni e le Cooperative interpretarono in modo diverso i brani della ‘città pubblica’ che stava per nascere. I punti fondamentali dovevano essere salubrità dell’ambiente ed innovazione nelle tecnologie edilizie e impiantistiche. Nacquero i primi quartieri sperimentali, veri e propri casi studio da cui partire per una progettazione razionale. L’Istituto Autonomo Case Popolari, l’INA-Casa e la Cooperativa ‘La Famiglia’ furono i tre più importanti protagonisti che operavano nel settore dell’edilizia popolare bresciana a partire dall’immediato dopoguerra. INA-Casa e lo IACP operarono sul territorio a partire dal 1947 con la costruzione del primo quartiere satellite (Lamarmora), considerato pioniere dell’architettura popolare cittadina. Di particolare interesse furono anche i brani di città progettati da architetti già famosi nel panorama italiano, come Piero Bottoni e Giovanni Muzio che si occuparono di due vasti insediamenti posti nell’estrema periferia Ovest. Contemporaneamente, ma con modalità del tutto differenti, intervenne sul territorio anche Padre Ottorino Marcolini con la Cooperativa ‘La Famiglia’ che assolse al tema della villetta il compito di restituire, in un contesto semi-cittadino e non più campagnolo, la dignità dell’abitazione singola con uno spazio esterno di pertinenza da adibire a giardino o ad orto.
2022
Storie di Quartieri Pubblici. Progetti e Sperimentazioni per valorizzare l’Abitare
9788857585307
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