Il saggio ripercorre un esperimento di ricerca e didattica del progetto svolto nei Laboratori di Progettazione dell’Architettura degli Interni della scuola di Architettura del Politecnico di Milano, nei quali veniva affrontato il tema dello spazio sacro, inteso come luogo dell’abitare capace di accogliere i suoi fruitori nel compimento di gesti che ne esprimono il più profondo essere. L’ipotesi su cui esso si fonda è che il disegno dello spazio sacro spinga gli studenti a superare alcuni dei temi contingenti per concentrare la loro attenzione progettuale sul disegno di una forma ospitale, capace di accogliere il gesto dell’uomo che la abita e a rimettere in discussione il tema degli spazi per il culto non solo come problema dello spazio per una specifica religione da giustapporre o comporre con quelli delle altre ma come problema di uno spazio, o di un “sistema di spazi” su cui le religioni si possano affacciare e sperimentare insieme la propria specificità e le altrui differenze. L’esperienza ha dimostrato l’interesse al tema per gli allievi architetti che hanno potuto sperimentare la possibilità di capire e far coesistere spazi che, se tradizionalmente sono radicalmente diversi, conservano un fondamento unitario capace, se colto, di radunare gesti differenti. I suoi esiti hanno un valore che va oltre lo specifico del progetto sullo spazio sacro, e hanno consentito, dal nostro punto di vista, di praticare efficacemente alcuni temi architettonici trasversali e validi indipendentemente dal tema.
Architettura: luogo del gesto
M. Averna;R. Rizzi
2022-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre un esperimento di ricerca e didattica del progetto svolto nei Laboratori di Progettazione dell’Architettura degli Interni della scuola di Architettura del Politecnico di Milano, nei quali veniva affrontato il tema dello spazio sacro, inteso come luogo dell’abitare capace di accogliere i suoi fruitori nel compimento di gesti che ne esprimono il più profondo essere. L’ipotesi su cui esso si fonda è che il disegno dello spazio sacro spinga gli studenti a superare alcuni dei temi contingenti per concentrare la loro attenzione progettuale sul disegno di una forma ospitale, capace di accogliere il gesto dell’uomo che la abita e a rimettere in discussione il tema degli spazi per il culto non solo come problema dello spazio per una specifica religione da giustapporre o comporre con quelli delle altre ma come problema di uno spazio, o di un “sistema di spazi” su cui le religioni si possano affacciare e sperimentare insieme la propria specificità e le altrui differenze. L’esperienza ha dimostrato l’interesse al tema per gli allievi architetti che hanno potuto sperimentare la possibilità di capire e far coesistere spazi che, se tradizionalmente sono radicalmente diversi, conservano un fondamento unitario capace, se colto, di radunare gesti differenti. I suoi esiti hanno un valore che va oltre lo specifico del progetto sullo spazio sacro, e hanno consentito, dal nostro punto di vista, di praticare efficacemente alcuni temi architettonici trasversali e validi indipendentemente dal tema.File | Dimensione | Formato | |
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