Troppo lunghe, troppo brevi, enigmatiche,non esaustive o eccessive, poco visibili, non comprensibili… a tutti noi è capitato di lamentarci delle didascalie. Perché? Forse perché il museo non è riuscito a stare al passo? Conosce i bisogni del suo pubblico? In un mondo di didascalie, come può la didascalia museale lasciare il segno? Quando interviene e a chi parla? Come parla e in quale veste? E poi, esistono regole nel crearla? Un lungo susseguirsi di domande ci invita a indagare questo dispositivo comunicativo, solo apparentemente un dettaglio, tanto dibattuto quanto determinante, sia in fase di realizzazione sia durante l’esperienza di visita. A seguito di un’approfondita ricognizione dello stato dell’arte, grazie all’espediente dell’intervista si intende aprire l’argomentazione a visioni, approcci ed esperienze che offrano una pluralità di sguardi e voci.
DI-DA. non solo una didascalia / not just a caption
ilaria bollati;
2022-01-01
Abstract
Troppo lunghe, troppo brevi, enigmatiche,non esaustive o eccessive, poco visibili, non comprensibili… a tutti noi è capitato di lamentarci delle didascalie. Perché? Forse perché il museo non è riuscito a stare al passo? Conosce i bisogni del suo pubblico? In un mondo di didascalie, come può la didascalia museale lasciare il segno? Quando interviene e a chi parla? Come parla e in quale veste? E poi, esistono regole nel crearla? Un lungo susseguirsi di domande ci invita a indagare questo dispositivo comunicativo, solo apparentemente un dettaglio, tanto dibattuto quanto determinante, sia in fase di realizzazione sia durante l’esperienza di visita. A seguito di un’approfondita ricognizione dello stato dell’arte, grazie all’espediente dell’intervista si intende aprire l’argomentazione a visioni, approcci ed esperienze che offrano una pluralità di sguardi e voci.File | Dimensione | Formato | |
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