Il volume vuole fornire un insieme di riflessioni sugli impatti territoriali dello shock pandemico, e in particolare sui cambiamenti che si sono osservati e su quelli che si ipotizza possano avvenire nel breve-medio periodo, tanto nelle città che nelle periferie. Le dinamiche territoriali che hanno accompagnato il dispiegarsi della diffusione del virus e delle politiche per arginarla hanno di fatto indebolito la rappresentazione dicotomica e contrapposta tra centri (città) e margini (periferie), avvalorando e incoraggiando nuove concettualizzazioni e nuove rappresentazioni, meno polarizzanti e maggiormente orientate alla complementarità tra i luoghi. La pandemia ha, infatti, obbligato a ridefinire il rapporto con lo spazio fisico e con le relazioni interpersonali, ponendo il distanziamento e la limitazione della densità umana come necessità vitali e unica normalità ammissibile; di riflesso, è emerso l’interesse verso forme di insediamento più periferiche e di vivibilità meno concentrate, fruibili in aree a più bassa densità abitativa, in territori lasciati ai margini ma potenzialmente riabitabili, tendendo a prefigurare una nuova architettura di gerarchie e rappresentazioni territoriali.
Shock pandemico e nuove prospettive nelle relazioni centri-margini
Mariotti I.;
2021-01-01
Abstract
Il volume vuole fornire un insieme di riflessioni sugli impatti territoriali dello shock pandemico, e in particolare sui cambiamenti che si sono osservati e su quelli che si ipotizza possano avvenire nel breve-medio periodo, tanto nelle città che nelle periferie. Le dinamiche territoriali che hanno accompagnato il dispiegarsi della diffusione del virus e delle politiche per arginarla hanno di fatto indebolito la rappresentazione dicotomica e contrapposta tra centri (città) e margini (periferie), avvalorando e incoraggiando nuove concettualizzazioni e nuove rappresentazioni, meno polarizzanti e maggiormente orientate alla complementarità tra i luoghi. La pandemia ha, infatti, obbligato a ridefinire il rapporto con lo spazio fisico e con le relazioni interpersonali, ponendo il distanziamento e la limitazione della densità umana come necessità vitali e unica normalità ammissibile; di riflesso, è emerso l’interesse verso forme di insediamento più periferiche e di vivibilità meno concentrate, fruibili in aree a più bassa densità abitativa, in territori lasciati ai margini ma potenzialmente riabitabili, tendendo a prefigurare una nuova architettura di gerarchie e rappresentazioni territoriali.File | Dimensione | Formato | |
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