La copertura degli edifici costituisce un elemento architettonico riconosciuto, sia come sistema di protezione degli ambienti interni rispetto al contesto esterno, sia come elemento capace di trasmettere molteplici significati simbolici (riparo e protezione dagli agenti atmosferici). La copertura riassume quindi aspetti legati alla nostra natura, alla tradizione e altresì all’evoluzione tipologica e formale delle nostre architetture. Nella sua forma più essenziale, la copertura di un edificio è rappresentata da uno o più piani inclinati, trattasi della soluzione più diffusa nella tradizione costruttiva. La consuetudine individua la copertura inclinata nel “tetto a falde”. Successivamente, il “tetto” è stato fatto slittare sempre più verso l’alto per ricoprire uno spazio delimitato da chiusure perimetrali, favorendo dunque la pianta dell’edificio. Si parla di “copertura piana”, realizzata per smaltire o convogliare in modo idoneo le acque meteoriche, la cui pendenza sia inferiore al 5%. Il tetto a falde è per definizione una “copertura discontinua”, in quanto la componente di tenuta è costituita da elementi di dimensione minore rispetto alla superficie del tetto da coprire (coppi, tegole, ecc.) e gli elementi stessi non sono saldabili fra loro, ma solo sovrapponibili e ancorabili quando necessario. Una copertura piana invece è assimilabile a una “copertura continua”, determinata dal suo modello di funzionamento, dove per continuità si intende l’assenza di interruzioni nello strato di tenuta all’acqua. Tutti questi aspetti, indicano un percorso evolutivo di innovazione della copertura che da elemento architettonico essenziale, il tetto, si trasforma in sistema dotato di valenze prestazionali, compositive e d’immagine sempre più articolate, mantenendo nel tempo i valori simbolici originari.

L'ARCHITETTURA IN CIMA A TUTTO

R. BOLICI
2021-01-01

Abstract

La copertura degli edifici costituisce un elemento architettonico riconosciuto, sia come sistema di protezione degli ambienti interni rispetto al contesto esterno, sia come elemento capace di trasmettere molteplici significati simbolici (riparo e protezione dagli agenti atmosferici). La copertura riassume quindi aspetti legati alla nostra natura, alla tradizione e altresì all’evoluzione tipologica e formale delle nostre architetture. Nella sua forma più essenziale, la copertura di un edificio è rappresentata da uno o più piani inclinati, trattasi della soluzione più diffusa nella tradizione costruttiva. La consuetudine individua la copertura inclinata nel “tetto a falde”. Successivamente, il “tetto” è stato fatto slittare sempre più verso l’alto per ricoprire uno spazio delimitato da chiusure perimetrali, favorendo dunque la pianta dell’edificio. Si parla di “copertura piana”, realizzata per smaltire o convogliare in modo idoneo le acque meteoriche, la cui pendenza sia inferiore al 5%. Il tetto a falde è per definizione una “copertura discontinua”, in quanto la componente di tenuta è costituita da elementi di dimensione minore rispetto alla superficie del tetto da coprire (coppi, tegole, ecc.) e gli elementi stessi non sono saldabili fra loro, ma solo sovrapponibili e ancorabili quando necessario. Una copertura piana invece è assimilabile a una “copertura continua”, determinata dal suo modello di funzionamento, dove per continuità si intende l’assenza di interruzioni nello strato di tenuta all’acqua. Tutti questi aspetti, indicano un percorso evolutivo di innovazione della copertura che da elemento architettonico essenziale, il tetto, si trasforma in sistema dotato di valenze prestazionali, compositive e d’immagine sempre più articolate, mantenendo nel tempo i valori simbolici originari.
2021
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