In passato, molte città hanno utilizzato i grandi eventi per sostenere i propri piani e progetti urbanistici, sviluppare il turismo o migliorare la propria visibilità. L‘attenzione è stata spesso concentrata sulla creazione di nuove infrastrutture per lo sport o la cultura. Recentemente, alcuni organizzatori di grandi eventi, tra cui le Olimpiadi, hanno preferito intervenire nel tessuto urbano e utilizzare strutture già esistenti, rinnovandole o adattandole a nuovi scopi. Per le città storiche e ricche di patrimonio culturale questo cambiamento rappresenta un’opportunità di sviluppo ma anche una minaccia per il patrimonio. Questo specifico problema non è stato studiato finora e non esistono linee guida a riguardo. Una discussione sugli indirizzi programmatici di questo tipo sono generalmente importanti, ma sembra in particolar modo urgente per l’Italia. Ogni anno uno tra importanti città storiche e Comuni di medie e piccole dimensioni è selezionato per celebrare la Capitale Italiana della Cultura, promossa dal Ministero della Cultura. Milano, Cortina d’Ampezzo e un complesso sistema macroregionale si apprestano a ospitare le Olimpiadi Invernali 2026, che interagiranno con luoghi iconici come Piazza Duomo a Milano, o l’Arena di Verona, così come luoghi del patrimonio diffuso e del paesaggio alpino di aree interne e talvolta fragili. In queste settimane si sta discutendo della candidatura di Roma per Expo 2030. La “Carta per i grandi eventi nelle città ricche di patrimonio” risponde alle sfide emergenti per le città che ospitano grandi eventi, soprattutto quando questi utilizzano, adattano infrastrutture e spazi esistenti all’interno di contesti storici. La Carta intende rafforzare la consapevolezza di questi rischi ed opportunità da parte di coloro che prendono decisioni in materia di beni culturali e grandi eventi a vari livelli.

Introduzione alla ‘Carta per i grandi eventi nelle città ricche di patrimonio culturale

d. ponzini
2021-01-01

Abstract

In passato, molte città hanno utilizzato i grandi eventi per sostenere i propri piani e progetti urbanistici, sviluppare il turismo o migliorare la propria visibilità. L‘attenzione è stata spesso concentrata sulla creazione di nuove infrastrutture per lo sport o la cultura. Recentemente, alcuni organizzatori di grandi eventi, tra cui le Olimpiadi, hanno preferito intervenire nel tessuto urbano e utilizzare strutture già esistenti, rinnovandole o adattandole a nuovi scopi. Per le città storiche e ricche di patrimonio culturale questo cambiamento rappresenta un’opportunità di sviluppo ma anche una minaccia per il patrimonio. Questo specifico problema non è stato studiato finora e non esistono linee guida a riguardo. Una discussione sugli indirizzi programmatici di questo tipo sono generalmente importanti, ma sembra in particolar modo urgente per l’Italia. Ogni anno uno tra importanti città storiche e Comuni di medie e piccole dimensioni è selezionato per celebrare la Capitale Italiana della Cultura, promossa dal Ministero della Cultura. Milano, Cortina d’Ampezzo e un complesso sistema macroregionale si apprestano a ospitare le Olimpiadi Invernali 2026, che interagiranno con luoghi iconici come Piazza Duomo a Milano, o l’Arena di Verona, così come luoghi del patrimonio diffuso e del paesaggio alpino di aree interne e talvolta fragili. In queste settimane si sta discutendo della candidatura di Roma per Expo 2030. La “Carta per i grandi eventi nelle città ricche di patrimonio” risponde alle sfide emergenti per le città che ospitano grandi eventi, soprattutto quando questi utilizzano, adattano infrastrutture e spazi esistenti all’interno di contesti storici. La Carta intende rafforzare la consapevolezza di questi rischi ed opportunità da parte di coloro che prendono decisioni in materia di beni culturali e grandi eventi a vari livelli.
2021
cultural heritage
urban planning
urban policy
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