Il complesso e molteplice rapporto che intercorre tra fotografia e architettura negli anni Sessanta e Settanta mette in luce una serie di nuove valenze che la fotografia di cantiere acquista. Pur continuando a mantenere il suo valore documentario di testimonianza delle diverse fasi di esecuzione, si carica di istanze nuove in relazione alla sperimentazione e ricerca di un processo che travalica il manufatto architettonico nel suo aspetto finito e unico, definendo nuovi rapporti tra chi pensa, chi produce e chi usa l’architettura e che giunge a compimento solo nel momento in cui l’intento progettuale si trasforma in realtà fisica. La modularità e la serialità rappresentano il luogo privilegiato di riflessione che si esplica attraverso la realizzazione di un’architettura per parti dove l’assemblaggio risulta essere il luogo su cui si concentra l’attenzione del progettista. Il cantiere assume quindi un ruolo “teatrale” in cui la costruzione viene messa in scena come momento fondante di questo processo progettuale e dove la molteplicità dei rapporti tra architettura e tecnica determina il superamento meramente funzionale degli elementi (ma anche dell’architettura stessa) grazie a una dimensione estetica e simbolica del processo, chiaramente leggibile attraverso le fotografie di cantiere, che si trasformano in icone comunicative.

La fotografia di cantiere negli anni Sessanta e Settanta. Tra documentazione e promozione.

albani
2021-01-01

Abstract

Il complesso e molteplice rapporto che intercorre tra fotografia e architettura negli anni Sessanta e Settanta mette in luce una serie di nuove valenze che la fotografia di cantiere acquista. Pur continuando a mantenere il suo valore documentario di testimonianza delle diverse fasi di esecuzione, si carica di istanze nuove in relazione alla sperimentazione e ricerca di un processo che travalica il manufatto architettonico nel suo aspetto finito e unico, definendo nuovi rapporti tra chi pensa, chi produce e chi usa l’architettura e che giunge a compimento solo nel momento in cui l’intento progettuale si trasforma in realtà fisica. La modularità e la serialità rappresentano il luogo privilegiato di riflessione che si esplica attraverso la realizzazione di un’architettura per parti dove l’assemblaggio risulta essere il luogo su cui si concentra l’attenzione del progettista. Il cantiere assume quindi un ruolo “teatrale” in cui la costruzione viene messa in scena come momento fondante di questo processo progettuale e dove la molteplicità dei rapporti tra architettura e tecnica determina il superamento meramente funzionale degli elementi (ma anche dell’architettura stessa) grazie a una dimensione estetica e simbolica del processo, chiaramente leggibile attraverso le fotografie di cantiere, che si trasformano in icone comunicative.
2021
Fotografia, Cantiere, Anni Sessanta, conservazione
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