Il contributo propone una riflessione su come la pandemia abbia riacceso l’interesse per i territori marginali e i “borghi” storici, in una prospettiva di ripopolamento di aree interessate da processi consolidati di decremento demografico, invecchiamento e lontananza dai servizi essenziali. Queste dinamiche impattano sulle diverse dimensioni dei contesti più “periferici”, oggetto di un recente e intenso dibattito. Le opportunità che potranno scaturire dal Next Generation EU e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sembrano dare qualche segnale positivo per tornare ad abitare questi luoghi, grazie alla soluzione di almeno alcune delle criticità che ne avevano aggravato lo spopolamento. Ciò che non sembra ancora sufficientemente indagato, invece, è il ruolo che in questo processo potrebbe giocare proprio la consistenza storica dei borghi cosiddetti marginali, il loro costruito e opportuna conservazione. La metodologia di ricerca integra una lettura critica delle politiche, della normativa e delle strategie esistenti, come la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) e la "Legge Salva Borghi". Il contributo analizza - valutandone l’efficacia e i limiti - alcune azioni specifiche a livello nazionale, regionale e comunale: tra queste, l’iniziativa “case a 1 euro” e i bandi per favorire la residenzialità anche attraverso il recupero del costruito esistente, contrastando l’abbandono del patrimonio edilizio dei comuni montani. Il saggio avanza alcune considerazioni su quale ruolo possa avere la tutela, la conservazione e l’uso consapevole dell’edilizia storica in questi processi, sottolineando la necessità di considerare il patrimonio costruito come risorsa per la “riattivazione” dei territori marginali.
Territori marginali e pandemia: quale ruolo per il patrimonio costruito?
S. Pistidda;M. Giambruno;B. Silva;F. Vigotti
2021-01-01
Abstract
Il contributo propone una riflessione su come la pandemia abbia riacceso l’interesse per i territori marginali e i “borghi” storici, in una prospettiva di ripopolamento di aree interessate da processi consolidati di decremento demografico, invecchiamento e lontananza dai servizi essenziali. Queste dinamiche impattano sulle diverse dimensioni dei contesti più “periferici”, oggetto di un recente e intenso dibattito. Le opportunità che potranno scaturire dal Next Generation EU e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sembrano dare qualche segnale positivo per tornare ad abitare questi luoghi, grazie alla soluzione di almeno alcune delle criticità che ne avevano aggravato lo spopolamento. Ciò che non sembra ancora sufficientemente indagato, invece, è il ruolo che in questo processo potrebbe giocare proprio la consistenza storica dei borghi cosiddetti marginali, il loro costruito e opportuna conservazione. La metodologia di ricerca integra una lettura critica delle politiche, della normativa e delle strategie esistenti, come la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) e la "Legge Salva Borghi". Il contributo analizza - valutandone l’efficacia e i limiti - alcune azioni specifiche a livello nazionale, regionale e comunale: tra queste, l’iniziativa “case a 1 euro” e i bandi per favorire la residenzialità anche attraverso il recupero del costruito esistente, contrastando l’abbandono del patrimonio edilizio dei comuni montani. Il saggio avanza alcune considerazioni su quale ruolo possa avere la tutela, la conservazione e l’uso consapevole dell’edilizia storica in questi processi, sottolineando la necessità di considerare il patrimonio costruito come risorsa per la “riattivazione” dei territori marginali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2021_TERRITORIO 97_GIAMBRUNO_PISTIDDA_SILVA_VIGOTTI.pdf
accesso aperto
Descrizione: Articolo Completo
:
Publisher’s version
Dimensione
5.22 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.22 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.