Storico dell’arte, curatore di molteplici mostre e Soprintendente dal 1911 alla prima metà degli anni cinquanta, Guglielmo Pacchioni dedicò la sua intera esistenza alla cultura e alle espressioni figurative antiche e moderne. Una lunga vita professionale segnata anche dalla difesa e dal recupero dei Beni Culturali ed Artistici trafugati durante i due conflitti bellici, nella quale ebbe sempre un atteggiamento intransigente con sé stesso e con i suoi collaboratori, fortemente convinto dell’importanza delle istituzioni. Il testo, dopo aver narrato le prime fasi della sua carriera all’interno delle Soprintendenze italiane, ricostruisce gli avvenimenti salienti di un “furto dimostrativo” da lui organizzato nel 1933 all’interno della Reale Pinacoteca Sabauda, della quale aveva curato la risistemazione e l’apertura al pubblico nell’anno precedente. Per dimostrare la fallacità del sistema di sorveglianza determinato dal mancato rispetto dei compiti assegnati al personale interno della struttura da lui stesso riformata, prima di essere trasferito per problemi politici nella Marche, staccò il dipinto di Jan van Eyck raffigurante Stigmate di San Francesco (altre volte San Francesco d’Assisi riceve le stigmate) nascondendolo dietro a un calorifero, per poi denunciarne il furto. Nel volume non mancano la presentazione della figura di Guglielmo Pacchioni, del fondo archivistico Guglielmo Pacchioni conservato presso l’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda e la trascrizione di alcuni documenti d’archivio per consentire eventuali futuri approfondimenti tematici. Tra i testi riportati: la lettera riservata in¬viata dal Ministero dell’Educazio¬ne Nazionale - Direzione Generale Belle Arti a Pacchioni il 18 ottobre 1933; l’esposto inviato il 10 novembre 1933 da Pacchioni all’O¬norevole Ministero dell’Educazio¬ne Nazionale - Direzione Generale Belle Arti; i due brevi articoli di giornale apparsi sulle pagine inter¬ne della “Gazzetta del Popolo del¬la Sera”; la lettera datata 10 luglio 1934 inviata da Pacchioni al Di¬rettore della “Gazzetta del Popolo della Sera”.
Arte “bandita”. Il “furto dimostrativo” del Soprintendente Guglielmo Pacchioni di un’opera di Van Eyck
Ferdinando Zanzottera
2021-01-01
Abstract
Storico dell’arte, curatore di molteplici mostre e Soprintendente dal 1911 alla prima metà degli anni cinquanta, Guglielmo Pacchioni dedicò la sua intera esistenza alla cultura e alle espressioni figurative antiche e moderne. Una lunga vita professionale segnata anche dalla difesa e dal recupero dei Beni Culturali ed Artistici trafugati durante i due conflitti bellici, nella quale ebbe sempre un atteggiamento intransigente con sé stesso e con i suoi collaboratori, fortemente convinto dell’importanza delle istituzioni. Il testo, dopo aver narrato le prime fasi della sua carriera all’interno delle Soprintendenze italiane, ricostruisce gli avvenimenti salienti di un “furto dimostrativo” da lui organizzato nel 1933 all’interno della Reale Pinacoteca Sabauda, della quale aveva curato la risistemazione e l’apertura al pubblico nell’anno precedente. Per dimostrare la fallacità del sistema di sorveglianza determinato dal mancato rispetto dei compiti assegnati al personale interno della struttura da lui stesso riformata, prima di essere trasferito per problemi politici nella Marche, staccò il dipinto di Jan van Eyck raffigurante Stigmate di San Francesco (altre volte San Francesco d’Assisi riceve le stigmate) nascondendolo dietro a un calorifero, per poi denunciarne il furto. Nel volume non mancano la presentazione della figura di Guglielmo Pacchioni, del fondo archivistico Guglielmo Pacchioni conservato presso l’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda e la trascrizione di alcuni documenti d’archivio per consentire eventuali futuri approfondimenti tematici. Tra i testi riportati: la lettera riservata in¬viata dal Ministero dell’Educazio¬ne Nazionale - Direzione Generale Belle Arti a Pacchioni il 18 ottobre 1933; l’esposto inviato il 10 novembre 1933 da Pacchioni all’O¬norevole Ministero dell’Educazio¬ne Nazionale - Direzione Generale Belle Arti; i due brevi articoli di giornale apparsi sulle pagine inter¬ne della “Gazzetta del Popolo del¬la Sera”; la lettera datata 10 luglio 1934 inviata da Pacchioni al Di¬rettore della “Gazzetta del Popolo della Sera”.File | Dimensione | Formato | |
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