L’idioletto di genere ha la funzione di etichettare gli artefatti comunicativi, di renderli comprensibili (e dunque riconoscibili), di accorparli facendoli divenire parte di un gruppo che condivide un medesimo linguaggio. Al contempo produce un confine, determinando cosa è compreso e cosa rimane all’esterno del perimetro che traccia. In questo rapporto di inclusione-esclusione si gioca la costruzione della relazione tra cose, mondi e genere. In questo passaggio si affermano non solo i modi della rappresentazione, ma anche i modelli che essi richiamano. Dove il principio di separazione indica la divisione tra maschile e femminile come principi opposti, mentre quello di gerarchia considera il maschile come norma includente il mondo e il femminile come scarto dalla norma. Il testo si interroga sui modi in cui il design della comunicazione sostiene il potere dell’androcentrismo, sulle relazioni tra cultura della parità e mondo della rappresentazione che andiamo a costruire. Per farlo viene analizzato il mondo delle immagini e, attraverso la lettura di alcuni artefatti comunicativi, vengono fatti emergere gli elementi costitutivi di una memoria visiva di cui si nutrono tanto la nostra cultura quanto la nostra quotidianità, per arrivare a cogliere la persistenza di motivi iconografici stereotipici che si ripropongono con carattere di ricorrenza e con modalità inalterate nelle situazioni spazio-temporali più diverse.
Cattive immagini. Design della comunicazione, grammatiche e parità di genere
Valeria Bucchetti
2021-01-01
Abstract
L’idioletto di genere ha la funzione di etichettare gli artefatti comunicativi, di renderli comprensibili (e dunque riconoscibili), di accorparli facendoli divenire parte di un gruppo che condivide un medesimo linguaggio. Al contempo produce un confine, determinando cosa è compreso e cosa rimane all’esterno del perimetro che traccia. In questo rapporto di inclusione-esclusione si gioca la costruzione della relazione tra cose, mondi e genere. In questo passaggio si affermano non solo i modi della rappresentazione, ma anche i modelli che essi richiamano. Dove il principio di separazione indica la divisione tra maschile e femminile come principi opposti, mentre quello di gerarchia considera il maschile come norma includente il mondo e il femminile come scarto dalla norma. Il testo si interroga sui modi in cui il design della comunicazione sostiene il potere dell’androcentrismo, sulle relazioni tra cultura della parità e mondo della rappresentazione che andiamo a costruire. Per farlo viene analizzato il mondo delle immagini e, attraverso la lettura di alcuni artefatti comunicativi, vengono fatti emergere gli elementi costitutivi di una memoria visiva di cui si nutrono tanto la nostra cultura quanto la nostra quotidianità, per arrivare a cogliere la persistenza di motivi iconografici stereotipici che si ripropongono con carattere di ricorrenza e con modalità inalterate nelle situazioni spazio-temporali più diverse.File | Dimensione | Formato | |
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