La mostra “Italia Geniale. Design Enables. Bellezza, originalità, creatività del design industriale apprezzato universalmente” ospitata nel Padiglione Italia nell’ambito dell’Expo 2020 di Dubai, segue numerosi altri eventi organizzati o patrocinati dal MISE Ministero Italiano dello Sviluppo Economico e dall’UIMB Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. Iniziative che di volta in volta hanno coinvolto partner differenti (Archivio Centrale di Stato, Fondazione Valore Italia, ADI Associazione Italiana per il Disegno Industriale, ecc.) per la valorizzazione del vasto patrimonio rappresentato dai marchi e brevetti del nostro Paese. Dal volume “Brevetti del Design Italiano 1946-1965” a cura di Giampiero Bosoni del 2000, alla mostra “Loghi d’Italia. Storie dell’arte di eccellere”, Roma 2008-2009, curata da Innovarte, alle due edizioni della mostra “Disegno e Design. Brevetti e creatività italiani” (Roma 2009-2010 e Milano 2011-2012) curate entrambe da Alessandra Sette e Fondazione Valore Italia, alle molte mostre e ai seminari organizzati dall’ADI, le iniziative susseguitesi nel tempo hanno adottato differenti chiavi curatoriali per divulgare l’ampio patrimonio brevettuale italiano depositato: dall’approccio storiografico a letture temporali specifiche, a relazioni con la cultura materiale, all’inclusione nella storia della tecnica, ecc. La storia del Design Italiano incrocia spesso la storia dei brevetti del nostro Paese, creando molte aree di sovrapposizione ma, come spieghiamo in seguito, la “genialità”, riconosciuta attraverso un brevetto o un modello depositato, è spesso rintracciabile anche in molti altri progetti che per condizioni di contesto non si sono tradotti in depositi brevettuali. L’ADI, l’Associazione Italiana per il Disegno Industriale, titolare del premio Compasso d’Oro, fin dal 1956 seleziona progetti e prodotti di eccellenza del Design Italiano, facendosi garante, quasi come fosse un ente certificatore, del contenuto innovativo dei progetti e prodotti premiati, molti dei quali non hanno un brevetto depositato. Attraverso la preselezione annuale rappresentata dall’ADI Design Index, l’associazione, elegge tra più di mille candidature, duecento progetti e prodotti a iconica espressione dell’eccellenza del nostro Paese, eccellenza che si articola in tredici categorie differenti che vanno dal Design per l’Abitare, alla Ricerca per l’Impresa, al Design della Comunicazione, fino alle nuove frontiere del Design dei Servizi e del Design per il Sociale. Cogliendo l’occasione rappresentata dal tema dell’Expo 2020 di Dubai: “Connettere le menti, costruire il futuro”, è apparso chiaro fin dall’inizio che la chiave curatoriale della mostra a noi affidata dovesse superare alcuni degli schemi interpretativi classici, per sperimentare letture inedite, non solo orientate all’innovazione tecnica e tipologica dell’oggetto in sé, ma atte ad interpretare l’innovazione come un’azione più efficace, come attività abilitante alla qualità della vita. Un chiave che interpreta l’artefatto del design come mezzo per potenziare e legittimare le “capabilities” della persona.
Italia geniale : design enables : bellezza, originalità, creatività del design industriale apprezzato universalmente = the beauty, originality and creativity of industrial design that is universality appreciated
F. Zurlo;C. Martino
2021-01-01
Abstract
La mostra “Italia Geniale. Design Enables. Bellezza, originalità, creatività del design industriale apprezzato universalmente” ospitata nel Padiglione Italia nell’ambito dell’Expo 2020 di Dubai, segue numerosi altri eventi organizzati o patrocinati dal MISE Ministero Italiano dello Sviluppo Economico e dall’UIMB Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. Iniziative che di volta in volta hanno coinvolto partner differenti (Archivio Centrale di Stato, Fondazione Valore Italia, ADI Associazione Italiana per il Disegno Industriale, ecc.) per la valorizzazione del vasto patrimonio rappresentato dai marchi e brevetti del nostro Paese. Dal volume “Brevetti del Design Italiano 1946-1965” a cura di Giampiero Bosoni del 2000, alla mostra “Loghi d’Italia. Storie dell’arte di eccellere”, Roma 2008-2009, curata da Innovarte, alle due edizioni della mostra “Disegno e Design. Brevetti e creatività italiani” (Roma 2009-2010 e Milano 2011-2012) curate entrambe da Alessandra Sette e Fondazione Valore Italia, alle molte mostre e ai seminari organizzati dall’ADI, le iniziative susseguitesi nel tempo hanno adottato differenti chiavi curatoriali per divulgare l’ampio patrimonio brevettuale italiano depositato: dall’approccio storiografico a letture temporali specifiche, a relazioni con la cultura materiale, all’inclusione nella storia della tecnica, ecc. La storia del Design Italiano incrocia spesso la storia dei brevetti del nostro Paese, creando molte aree di sovrapposizione ma, come spieghiamo in seguito, la “genialità”, riconosciuta attraverso un brevetto o un modello depositato, è spesso rintracciabile anche in molti altri progetti che per condizioni di contesto non si sono tradotti in depositi brevettuali. L’ADI, l’Associazione Italiana per il Disegno Industriale, titolare del premio Compasso d’Oro, fin dal 1956 seleziona progetti e prodotti di eccellenza del Design Italiano, facendosi garante, quasi come fosse un ente certificatore, del contenuto innovativo dei progetti e prodotti premiati, molti dei quali non hanno un brevetto depositato. Attraverso la preselezione annuale rappresentata dall’ADI Design Index, l’associazione, elegge tra più di mille candidature, duecento progetti e prodotti a iconica espressione dell’eccellenza del nostro Paese, eccellenza che si articola in tredici categorie differenti che vanno dal Design per l’Abitare, alla Ricerca per l’Impresa, al Design della Comunicazione, fino alle nuove frontiere del Design dei Servizi e del Design per il Sociale. Cogliendo l’occasione rappresentata dal tema dell’Expo 2020 di Dubai: “Connettere le menti, costruire il futuro”, è apparso chiaro fin dall’inizio che la chiave curatoriale della mostra a noi affidata dovesse superare alcuni degli schemi interpretativi classici, per sperimentare letture inedite, non solo orientate all’innovazione tecnica e tipologica dell’oggetto in sé, ma atte ad interpretare l’innovazione come un’azione più efficace, come attività abilitante alla qualità della vita. Un chiave che interpreta l’artefatto del design come mezzo per potenziare e legittimare le “capabilities” della persona.File | Dimensione | Formato | |
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