Più le tecnologie sono pensate per interagire con noi, più diventa importante interrogarsi sui modi in cui formiamo relazioni con gli oggetti tecnologici. Sviluppare tecnologie che rendano l’interazione facile, coinvolgente ed efficace partendo dallo studio delle relazioni tra esseri umani e sistemi tecnologici è lo scopo principale della robotica sociale. Da ciò dipende l’adozione di sistemi intelligenti in molti contesti sociali che ne potrebbero beneficiare sostanzialmente, dall’abitazione (per coadiuvare la cura degli anziani o fornire assistenza nelle faccende domestiche) all’ospedale (in corsia, per il monitoraggio dei pazienti), dal posto di lavoro (per l’assistenza ai lavoratori o l’accoglienza dei clienti) alla camera da letto (cfr. anche cap. 10), fino ai supermercati e alle scuole (cfr. cap. 11). In tutti questi casi la dimensione sociale è inestricabilmente intrecciata alla dimensione più propriamente tecnologica, il che genera diversi problemi di carattere morale – primi fra tutti le questioni della manipolazione e dell’inganno: fino a che punto è lecito ingannare l’utente, generando ad arte la sensazione che stia interagendo con un essere senziente? Fino a che punto è lecito influenzarne implicitamente il comportamento, fosse anche per spingerlo ad agire in modi ritenuti socialmente desiderabili? Non si tratterebbe di una lesione della dignità dell’utente, trattato con condiscendenza e abilmente manipolato? Ma è davvero importante tutto ciò, se l’interazione va a buon fine e l’utente, per quanto forse ingannato, ne ricavasse dell’utile o fosse convinto di beneficiarne?
Robotica sociale: persuasione, inganno ed etica del design
Fossa F.;V. Schiaffonati;G. Tamburrini
2021-01-01
Abstract
Più le tecnologie sono pensate per interagire con noi, più diventa importante interrogarsi sui modi in cui formiamo relazioni con gli oggetti tecnologici. Sviluppare tecnologie che rendano l’interazione facile, coinvolgente ed efficace partendo dallo studio delle relazioni tra esseri umani e sistemi tecnologici è lo scopo principale della robotica sociale. Da ciò dipende l’adozione di sistemi intelligenti in molti contesti sociali che ne potrebbero beneficiare sostanzialmente, dall’abitazione (per coadiuvare la cura degli anziani o fornire assistenza nelle faccende domestiche) all’ospedale (in corsia, per il monitoraggio dei pazienti), dal posto di lavoro (per l’assistenza ai lavoratori o l’accoglienza dei clienti) alla camera da letto (cfr. anche cap. 10), fino ai supermercati e alle scuole (cfr. cap. 11). In tutti questi casi la dimensione sociale è inestricabilmente intrecciata alla dimensione più propriamente tecnologica, il che genera diversi problemi di carattere morale – primi fra tutti le questioni della manipolazione e dell’inganno: fino a che punto è lecito ingannare l’utente, generando ad arte la sensazione che stia interagendo con un essere senziente? Fino a che punto è lecito influenzarne implicitamente il comportamento, fosse anche per spingerlo ad agire in modi ritenuti socialmente desiderabili? Non si tratterebbe di una lesione della dignità dell’utente, trattato con condiscendenza e abilmente manipolato? Ma è davvero importante tutto ciò, se l’interazione va a buon fine e l’utente, per quanto forse ingannato, ne ricavasse dell’utile o fosse convinto di beneficiarne?File | Dimensione | Formato | |
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