L’architettura insulare di Paulo David costituisce un’importante testimonianza del legame intenso e indissolubile che l’architetto, attraverso il progetto e l’opera, vive, interpreta e comunica. Il felice connubio di elementi tettonici, paesaggistici e culturali di riconosciuto valore e di una sensibilità raffinata nel leggere le tracce, anche minime, di gesti, tradizioni e significati depositati nel tempo, dà luogo a una significativa e importante attività di ricerca e di progetto, fondata sulla pratica continua del pensiero, dell’analogia e del riferimento. Paulo David conosce il luogo attraverso l’esercizio della frequentazione fisica e attraverso la sperimentazione del progetto (i suoi molti progetti non realizzati sono emblema di una tensione e una ricerca per la comprensione e la integrazione, mai per la trasformazione) e comunica il luogo attraverso una architettura che si fonde con la materia e con il paesaggio. Questo processo avviene con una progressiva e lenta sublimazione del segno di-segno che, apparentemente astratto ed essenziale, via via concentra e contiene tutte le tante specificità, sedimentazioni, storie, materiali, pensieri, tecniche e tradizioni costruttive. Segno di-segno che restituisce, attraverso la sua rappresentazione astratta, il linguaggio ricco e complesso delle forme regionali e, dell’architettura intrisa di luogo. Alcuni progetti in Funchal, sull’isola di Madeira, posti sul margine più estremo del territorio insulare, sulla linea che separa l’acqua dalla terra, in bilico tra roccia e mare, costruiti dell’una e dell’altra materia, convogliano l’una e l’altra nello spazio dell’architettura e testimoniano di una sensibilità che è profondamente radicata nel luogo, nella tradizione, nei segni della memoria tracciati, in quelli costruiti e in quelli celati sotto il depositare del tempo e della materia. Il Centro das Artes Casa das Mudas, a sbalzo sull’Oceano atlantico e fissamente ancorato allo sperone di roccia su cui sorge, reinterpreta le spazialità primitive dell’isola fondate su un rapporto strettissimo e intenso con la materia geologica; la Promenade marittima e la Piscina das Salinas è il simbolo del rapporto diretto che l’isola instaura per vocazione e per necessità con la vasta distesa oceanica che separa e congiunge e del tentativo dell’uomo di dare vitalità e vivibilità al punto d’incontro tra lo sguardo e l’orizzonte, sempre vincolato e subordinato alla forza brutale degli elementi; il Ristorante das Salinas rievoca la dimensione agricola, gli spazi e i segni che la contraddistinguono.
Paulo David. Dwelling on the Land-sea Thresold: "Circular" Architecture
Barbara Bogoni
2021-01-01
Abstract
L’architettura insulare di Paulo David costituisce un’importante testimonianza del legame intenso e indissolubile che l’architetto, attraverso il progetto e l’opera, vive, interpreta e comunica. Il felice connubio di elementi tettonici, paesaggistici e culturali di riconosciuto valore e di una sensibilità raffinata nel leggere le tracce, anche minime, di gesti, tradizioni e significati depositati nel tempo, dà luogo a una significativa e importante attività di ricerca e di progetto, fondata sulla pratica continua del pensiero, dell’analogia e del riferimento. Paulo David conosce il luogo attraverso l’esercizio della frequentazione fisica e attraverso la sperimentazione del progetto (i suoi molti progetti non realizzati sono emblema di una tensione e una ricerca per la comprensione e la integrazione, mai per la trasformazione) e comunica il luogo attraverso una architettura che si fonde con la materia e con il paesaggio. Questo processo avviene con una progressiva e lenta sublimazione del segno di-segno che, apparentemente astratto ed essenziale, via via concentra e contiene tutte le tante specificità, sedimentazioni, storie, materiali, pensieri, tecniche e tradizioni costruttive. Segno di-segno che restituisce, attraverso la sua rappresentazione astratta, il linguaggio ricco e complesso delle forme regionali e, dell’architettura intrisa di luogo. Alcuni progetti in Funchal, sull’isola di Madeira, posti sul margine più estremo del territorio insulare, sulla linea che separa l’acqua dalla terra, in bilico tra roccia e mare, costruiti dell’una e dell’altra materia, convogliano l’una e l’altra nello spazio dell’architettura e testimoniano di una sensibilità che è profondamente radicata nel luogo, nella tradizione, nei segni della memoria tracciati, in quelli costruiti e in quelli celati sotto il depositare del tempo e della materia. Il Centro das Artes Casa das Mudas, a sbalzo sull’Oceano atlantico e fissamente ancorato allo sperone di roccia su cui sorge, reinterpreta le spazialità primitive dell’isola fondate su un rapporto strettissimo e intenso con la materia geologica; la Promenade marittima e la Piscina das Salinas è il simbolo del rapporto diretto che l’isola instaura per vocazione e per necessità con la vasta distesa oceanica che separa e congiunge e del tentativo dell’uomo di dare vitalità e vivibilità al punto d’incontro tra lo sguardo e l’orizzonte, sempre vincolato e subordinato alla forza brutale degli elementi; il Ristorante das Salinas rievoca la dimensione agricola, gli spazi e i segni che la contraddistinguono.File | Dimensione | Formato | |
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