Il Covid-19 ha causato una crisi sanitaria globale con impatti sociali ed economici devastanti per incidenza della mortalità e per effetti, diretti e indiretti, delle restrizioni e delle misure di confinamento. Basti ricordare che nell’aprile 2020, quasi il 54% della popolazione mondiale è stato sottoposto a restrizioni di mobilità e blocchi di attività completi o parziali. Sebbene il quadro non sia ancora definitivo, importanti misure di intervento economico e di regolazione sociale e politica stanno per essere dispiegate per affrontare l’emergenza con un rilancio rilevante dell’intervento pubblico. Il virus SARS-CoV-2, infatti, si è rivelato essere anche un’eccezionale “operatore geografico globale” (Lussault, 2020) capace più di altri di disvelare i meccanismi, soprattutto economici e produttivi, del sistema-mondo, quella modalità di spazializzazione planetaria delle società. In risposta alla pandemia di Covid-19 i piani nazionali di ripresa e resilienza costituiscono una leva straordinaria per guidare le transizioni della produzione e per impostare forme anche incisive di territorializzazione (come, per esempio, è avvenuto nel PNRR con la ricentratura sulle ZES, per il Sud Italia). In tale contesto di profonde trasformazioni socioeconomiche e di policy, come stanno cambiando i territori di produzione, scambio e supporto alle grandi concentrazioni e dispersioni dell’urbanizzazione regionale a seguito delle recenti crisi globali? Come tracciarne le geografie, le strategie spaziali, gli attori e i poteri emergenti in un quadro di accelerata programmazione e di crescente complessità? Il presente contributo individua in alcune tipologie di “paesaggi operazionali” una categoria fertile per osservare le trasformazioni in atto. Nondimeno, non solo le misure adottate dagli Stati, ma anche le azioni intraprese da regioni, città, imprese, anche in risposta alla crisi sanitaria globale, possono orientare una serie di cambiamenti economici e sociali condizionando in modo significativo la transizione ecologica. In questo contributo si tracciano alcune piste di ricerca per riflettere sul ruolo della geografia e delle scienze regionali nell’arricchimento della programmazione e delle culture tecnico-politiche del Paese, oggi in forte difficoltà (De Rita, 2021).

Culture della programmazione e ruolo delle scienze regionali. Una prospettiva geografica

S. Armondi
2021-01-01

Abstract

Il Covid-19 ha causato una crisi sanitaria globale con impatti sociali ed economici devastanti per incidenza della mortalità e per effetti, diretti e indiretti, delle restrizioni e delle misure di confinamento. Basti ricordare che nell’aprile 2020, quasi il 54% della popolazione mondiale è stato sottoposto a restrizioni di mobilità e blocchi di attività completi o parziali. Sebbene il quadro non sia ancora definitivo, importanti misure di intervento economico e di regolazione sociale e politica stanno per essere dispiegate per affrontare l’emergenza con un rilancio rilevante dell’intervento pubblico. Il virus SARS-CoV-2, infatti, si è rivelato essere anche un’eccezionale “operatore geografico globale” (Lussault, 2020) capace più di altri di disvelare i meccanismi, soprattutto economici e produttivi, del sistema-mondo, quella modalità di spazializzazione planetaria delle società. In risposta alla pandemia di Covid-19 i piani nazionali di ripresa e resilienza costituiscono una leva straordinaria per guidare le transizioni della produzione e per impostare forme anche incisive di territorializzazione (come, per esempio, è avvenuto nel PNRR con la ricentratura sulle ZES, per il Sud Italia). In tale contesto di profonde trasformazioni socioeconomiche e di policy, come stanno cambiando i territori di produzione, scambio e supporto alle grandi concentrazioni e dispersioni dell’urbanizzazione regionale a seguito delle recenti crisi globali? Come tracciarne le geografie, le strategie spaziali, gli attori e i poteri emergenti in un quadro di accelerata programmazione e di crescente complessità? Il presente contributo individua in alcune tipologie di “paesaggi operazionali” una categoria fertile per osservare le trasformazioni in atto. Nondimeno, non solo le misure adottate dagli Stati, ma anche le azioni intraprese da regioni, città, imprese, anche in risposta alla crisi sanitaria globale, possono orientare una serie di cambiamenti economici e sociali condizionando in modo significativo la transizione ecologica. In questo contributo si tracciano alcune piste di ricerca per riflettere sul ruolo della geografia e delle scienze regionali nell’arricchimento della programmazione e delle culture tecnico-politiche del Paese, oggi in forte difficoltà (De Rita, 2021).
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1177963
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