Il Villaggio è una vera e propria “città di fondazione alpina”, una grande macchina modernista per la cura dove la volontà funzionalista è declinata a tutte le scale, dall’impianto complessivo fino ai dettagli, dalle opere di sbancamento, contenimento e terrazzamento del terreno alla deviazione del torrente che attraversava il sito; nelle teleferiche che collegavano il padiglione dei servizi (a monte) agli edifici di degenza per il rifornimento e il trasporto di materiali; nelle soluzioni tecnologiche brevettate, come la sagomatura delle ringhiere delle terrazze per la degenza, che permettevano ai medici di passare più comodamente con le cartelle cliniche durante i controlli nell’ora di cura d’aria, e sulle quali scorrevano gli avvolgibili per trasformare la terrazza in una veranda (Brevetto Morelli); e come il Brevetto Termolux, che consisteva nella combinazione di due lastre di vetro con interposto un foglio di lana minerale; nel disegno di elementi d’arredo che garantissero un’organizzazione impeccabile delle operazioni sanitarie, come le pareti attrezzate dei corridoi e delle stanze, pensate per contenere in scomparti separati e simmetrici la biancheria infetta da quella sterilizzata; e ancora, nelle finestre a ghigliottina poste sopra le porte per garantire il ricambio d’aria nelle camere, e i canali di scolo a pavimento per sanificare e lavare gli ambienti.
Le conseguenze del sogno. Raffaello Mattiangeli, Villaggio sanatoriale Eugenio Morelli.
Francesca Gotti
2021-01-01
Abstract
Il Villaggio è una vera e propria “città di fondazione alpina”, una grande macchina modernista per la cura dove la volontà funzionalista è declinata a tutte le scale, dall’impianto complessivo fino ai dettagli, dalle opere di sbancamento, contenimento e terrazzamento del terreno alla deviazione del torrente che attraversava il sito; nelle teleferiche che collegavano il padiglione dei servizi (a monte) agli edifici di degenza per il rifornimento e il trasporto di materiali; nelle soluzioni tecnologiche brevettate, come la sagomatura delle ringhiere delle terrazze per la degenza, che permettevano ai medici di passare più comodamente con le cartelle cliniche durante i controlli nell’ora di cura d’aria, e sulle quali scorrevano gli avvolgibili per trasformare la terrazza in una veranda (Brevetto Morelli); e come il Brevetto Termolux, che consisteva nella combinazione di due lastre di vetro con interposto un foglio di lana minerale; nel disegno di elementi d’arredo che garantissero un’organizzazione impeccabile delle operazioni sanitarie, come le pareti attrezzate dei corridoi e delle stanze, pensate per contenere in scomparti separati e simmetrici la biancheria infetta da quella sterilizzata; e ancora, nelle finestre a ghigliottina poste sopra le porte per garantire il ricambio d’aria nelle camere, e i canali di scolo a pavimento per sanificare e lavare gli ambienti.File | Dimensione | Formato | |
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