A partire dalla consapevolezza critica del periodo storico che stiamo attraversando, il testo reinterpreta il tema della ‘instabilità’ riconfigurandone il significato in relazione ai processi di mutamento della città contemporanea. Identificabile come un momento di criticità nello sviluppo degli abitati, l’instabilità diviene dunque transizione necessaria, e non prettamente negativa, della trasformazione strutturale, offrendo al progetto la possibilità di guidare i fenomeni urbani verso processi modificativi importanti, proprio a partire da condizioni di perturbazione o fragilità ritenute rilevanti. Sullo sfondo di questa ‘ricollocazione’ del concetto di instabilità, il testo propone un ‘attraversamento’ spazio-temporale nel territorio abruzzese, transitando al suo interno in modo interscalare, secondo sezioni in sequenza, ‘spezzate’ e discontinue ma interrelate entro un unico sistema territoriale riconoscibile. Sezioni variabili, a volte più organiche ed omogenee, quali quelle che incidono le aperte vallate naturali carsiche, altre volte più aspre e frammentarie, quali quelle che solcano i crinali contesi tra i nuclei resistenti, laddove le geometrie distese delle campiture agricole si intrecciano con le dense vegetazioni delle pendici montane. Ne scaturisce una interpretazione originale, che associa alle sezioni specifiche strategie progettuali, a partire da una reinterpretazione dei paradigmi della contemporaneità. E nello stesso tempo identifica possibili traiettorie progettuali di trasformazione delle aree interne del territorio abruzzese, oggi in parte coinvolte nei processi decisionali operati dalle politiche regionali, anche in rapporto alla recente ‘Strategia delle aree interne’. Il testo è accompagnato da schemi e diagrammi interpretativi disegnati e prodotti dall’autrice.
‘ESTERNITÀ DELL'INTERNO’: L'INSTABILITÀ COME FATTORE DIRIMENTE PER LA ‘RINASCITA’ TERRITORIALE
Guya Bertelli
2020-01-01
Abstract
A partire dalla consapevolezza critica del periodo storico che stiamo attraversando, il testo reinterpreta il tema della ‘instabilità’ riconfigurandone il significato in relazione ai processi di mutamento della città contemporanea. Identificabile come un momento di criticità nello sviluppo degli abitati, l’instabilità diviene dunque transizione necessaria, e non prettamente negativa, della trasformazione strutturale, offrendo al progetto la possibilità di guidare i fenomeni urbani verso processi modificativi importanti, proprio a partire da condizioni di perturbazione o fragilità ritenute rilevanti. Sullo sfondo di questa ‘ricollocazione’ del concetto di instabilità, il testo propone un ‘attraversamento’ spazio-temporale nel territorio abruzzese, transitando al suo interno in modo interscalare, secondo sezioni in sequenza, ‘spezzate’ e discontinue ma interrelate entro un unico sistema territoriale riconoscibile. Sezioni variabili, a volte più organiche ed omogenee, quali quelle che incidono le aperte vallate naturali carsiche, altre volte più aspre e frammentarie, quali quelle che solcano i crinali contesi tra i nuclei resistenti, laddove le geometrie distese delle campiture agricole si intrecciano con le dense vegetazioni delle pendici montane. Ne scaturisce una interpretazione originale, che associa alle sezioni specifiche strategie progettuali, a partire da una reinterpretazione dei paradigmi della contemporaneità. E nello stesso tempo identifica possibili traiettorie progettuali di trasformazione delle aree interne del territorio abruzzese, oggi in parte coinvolte nei processi decisionali operati dalle politiche regionali, anche in rapporto alla recente ‘Strategia delle aree interne’. Il testo è accompagnato da schemi e diagrammi interpretativi disegnati e prodotti dall’autrice.File | Dimensione | Formato | |
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