L’abitare informale rappresenta in molti casi una condizione esistenziale che pervade la sfera del lavoro e quella domestica, talvolta con effetti di rinforzo dell’una sull’altra e con la creazione di una caratteristica spirale tra abitare informale e lavoro precario. In questo contesto le ripercussioni sulle società e sul loro livello di coesione e integrazione sono evidenti e capaci di produrre effetti conseguenti sullo spazio e sul funzionamento dei sistemi urbani per quanto concerne la gestione e il funzionamento degli spazi del lavoro, i processi di manutenzione e di cura per i patrimoni abitativi interessati, l’uso dello spazio pubblico come ambito di espressione di alcune fondamentali esigenze di socialità che non trovano altra soddisfazione. La dimensione epocale e di lungo termine delle migrazioni continentali in corso, insieme alle minacce per la salute e il benessere personali e collettivi rappresentati dalle pandemie, sono condizioni strutturali che condividono alcuni fattori causali (identificabili nelle azioni dirette e indirette dell’uomo sugli ecosistemi e nelle modificazioni prodotte) e agiscono sinergicamente acuendo il disagio esistenziale di una parte delle popolazioni urbane. A partire da queste premesse, si indagano cause, condizioni attuali e prospettive future per i contesti delle periferie metropolitane del Paese in cui l’abitare informale (nelle sue molteplici dimensioni) costituisce una condizione persistente e rilevante che investe patrimoni abitativi - spesso di natura privata - dando luogo alla formazione di enclave urbane caratterizzate da vulnerabilità personali e sociali, deperimento delle strutture spaziali, riduzione del potenziale funzionale delle città.
Abitare l’informale. Alla ricerca di una giusta misura per progetti e politiche di rigenerazione urbana nei patrimoni abitativi privati della periferia metropolitana
A. Di Giovanni;A. Petrillo
2020-01-01
Abstract
L’abitare informale rappresenta in molti casi una condizione esistenziale che pervade la sfera del lavoro e quella domestica, talvolta con effetti di rinforzo dell’una sull’altra e con la creazione di una caratteristica spirale tra abitare informale e lavoro precario. In questo contesto le ripercussioni sulle società e sul loro livello di coesione e integrazione sono evidenti e capaci di produrre effetti conseguenti sullo spazio e sul funzionamento dei sistemi urbani per quanto concerne la gestione e il funzionamento degli spazi del lavoro, i processi di manutenzione e di cura per i patrimoni abitativi interessati, l’uso dello spazio pubblico come ambito di espressione di alcune fondamentali esigenze di socialità che non trovano altra soddisfazione. La dimensione epocale e di lungo termine delle migrazioni continentali in corso, insieme alle minacce per la salute e il benessere personali e collettivi rappresentati dalle pandemie, sono condizioni strutturali che condividono alcuni fattori causali (identificabili nelle azioni dirette e indirette dell’uomo sugli ecosistemi e nelle modificazioni prodotte) e agiscono sinergicamente acuendo il disagio esistenziale di una parte delle popolazioni urbane. A partire da queste premesse, si indagano cause, condizioni attuali e prospettive future per i contesti delle periferie metropolitane del Paese in cui l’abitare informale (nelle sue molteplici dimensioni) costituisce una condizione persistente e rilevante che investe patrimoni abitativi - spesso di natura privata - dando luogo alla formazione di enclave urbane caratterizzate da vulnerabilità personali e sociali, deperimento delle strutture spaziali, riduzione del potenziale funzionale delle città.File | Dimensione | Formato | |
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