The article examines a not yet investigated aspect of the activity of the Commissione d’Ornato in Milan in the first half of the nineteenth century. It investigates the influence of exponents of the perspective culture in a commission established to supervise the city construction. Their tendency to enlarge the expressive references from the Vitruvian norms to the freer proportions of Bramante’s language and their sensitivity to the complexity of the urban space emerge from the archive documentation. These attitudes carry out an erosive action towards the cultural models on which the commission supervises, bringing the sensitivity of Milanese architectural culture from the neoclassicism of the beginning of the Century to the most varied panorama of the pre-unification years

L’articolo affronta un aspetto poco indagato dell’attività della Commissione d’Ornato di Milano nella prima metà dell’Ottocento, interrogandosi sugli effetti della presenza di esponenti della cultura prospettica in un organo di controllo dell’edilizia cittadina. Attraverso diversi indizi tratti dalle fonti d’archivio emerge la loro disponibilità ad allargare i riferimenti espressivi dalle norme vitruviane alle più libere proporzioni del linguaggio bramantesco e la loro sensibilità per la dimensione complessa dello spazio urbano. Attitudini che svolgono un’azione erosiva nei confronti dei modelli culturali su cui la commissione doveva vigilare, traghettando la sensibilità della cultura architettonica milanese dal classicismo di inizio secolo al più variegato panorama degli anni preunitari

La Commissione d'Ornato a Milano, tra ortodossia classicista e cultura prospettica

Giovanna D'Amia
2020-01-01

Abstract

The article examines a not yet investigated aspect of the activity of the Commissione d’Ornato in Milan in the first half of the nineteenth century. It investigates the influence of exponents of the perspective culture in a commission established to supervise the city construction. Their tendency to enlarge the expressive references from the Vitruvian norms to the freer proportions of Bramante’s language and their sensitivity to the complexity of the urban space emerge from the archive documentation. These attitudes carry out an erosive action towards the cultural models on which the commission supervises, bringing the sensitivity of Milanese architectural culture from the neoclassicism of the beginning of the Century to the most varied panorama of the pre-unification years
2020
L’articolo affronta un aspetto poco indagato dell’attività della Commissione d’Ornato di Milano nella prima metà dell’Ottocento, interrogandosi sugli effetti della presenza di esponenti della cultura prospettica in un organo di controllo dell’edilizia cittadina. Attraverso diversi indizi tratti dalle fonti d’archivio emerge la loro disponibilità ad allargare i riferimenti espressivi dalle norme vitruviane alle più libere proporzioni del linguaggio bramantesco e la loro sensibilità per la dimensione complessa dello spazio urbano. Attitudini che svolgono un’azione erosiva nei confronti dei modelli culturali su cui la commissione doveva vigilare, traghettando la sensibilità della cultura architettonica milanese dal classicismo di inizio secolo al più variegato panorama degli anni preunitari
Commissione d’Ornato; perspective culture; buildings of Milan
Commissione d’Ornato; cultura prospettica; edilizia milanese
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