Negli ultimi mesi abbiamo sperimentato un nuovo modo di abitare, influenzato dalla necessità di limitare i contatti sociali e, come conseguenza, di ricostruire i nostri itinerari della quotidianità. Sembra che lo spazio abbia acquistato più centralità del tempo, in un contesto caratterizzato comunque da estrema ,fluidità, portando frammenti di microcosmi domestici a divenire spazi costantemente da reinventare, in virtù di una crescente intensità ed eterogeneità d’uso. Le linee che hanno storicamente diviso spazi e tempi dedicati al lavoro e al tempo libero si sono dissolte come inchiostro simpatico, dilatando e comprimendo le coordinate spazio-temporali delle nostre routine. Ma, soprattutto, abbiamo apprezzato l’importanza di relazionarci con lo spazio aperto, in termini sia di salubrità ambientale sia di ricchezza paesaggistica. L’attuale situazione di crisi, inoltre, ha rinforzato quei processi di contrazione demografica che interessavano molte città ben prima dell’esplodere dell’emergenza sanitaria e che hanno portato molte famiglie a scegliere di vivere in luoghi remoti. Luoghi connessi virtualmente con le postazioni di lavoro e immersi negli ampi territori rurali, dove interi nuclei familiari possano ritrovare una relazione con lo spazio aperto. Si è rinnovato un filone di ricerca architettonica che pone al centro dell’attenzione le potenzialità o-erte dalla contemporaneità di abitare lontano dai mali delle città. Filone all’interno del quale possiamo trovare anche il progetto di Federico Mentil, di Ceschia e Mentil architetti associati, per questa casa a Collina, nel comune di Forni Avoltri (Udine), ultimo insediamento, posto a circa 1.200 metri d’altezza, nella valle che termina con il Monte Coglians, la vetta più alta delle Alpi Carniche sul confine tra Italia e Austria.

L’austerità prende quota

G. Semprebon
2021-01-01

Abstract

Negli ultimi mesi abbiamo sperimentato un nuovo modo di abitare, influenzato dalla necessità di limitare i contatti sociali e, come conseguenza, di ricostruire i nostri itinerari della quotidianità. Sembra che lo spazio abbia acquistato più centralità del tempo, in un contesto caratterizzato comunque da estrema ,fluidità, portando frammenti di microcosmi domestici a divenire spazi costantemente da reinventare, in virtù di una crescente intensità ed eterogeneità d’uso. Le linee che hanno storicamente diviso spazi e tempi dedicati al lavoro e al tempo libero si sono dissolte come inchiostro simpatico, dilatando e comprimendo le coordinate spazio-temporali delle nostre routine. Ma, soprattutto, abbiamo apprezzato l’importanza di relazionarci con lo spazio aperto, in termini sia di salubrità ambientale sia di ricchezza paesaggistica. L’attuale situazione di crisi, inoltre, ha rinforzato quei processi di contrazione demografica che interessavano molte città ben prima dell’esplodere dell’emergenza sanitaria e che hanno portato molte famiglie a scegliere di vivere in luoghi remoti. Luoghi connessi virtualmente con le postazioni di lavoro e immersi negli ampi territori rurali, dove interi nuclei familiari possano ritrovare una relazione con lo spazio aperto. Si è rinnovato un filone di ricerca architettonica che pone al centro dell’attenzione le potenzialità o-erte dalla contemporaneità di abitare lontano dai mali delle città. Filone all’interno del quale possiamo trovare anche il progetto di Federico Mentil, di Ceschia e Mentil architetti associati, per questa casa a Collina, nel comune di Forni Avoltri (Udine), ultimo insediamento, posto a circa 1.200 metri d’altezza, nella valle che termina con il Monte Coglians, la vetta più alta delle Alpi Carniche sul confine tra Italia e Austria.
2021
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