Mediterranean rationalism. Observe, interpret, renovate: spontaneity, rationality, fragility – The evolution of the identity of Western culture, centered on the transition from the continuity with tradition to the historical distance and to the archaeological knowledge of pre-existing architectures, has generated the awareness that the contents of modernity no longer allowed the possibility of synthesis in continuity with the constructive and expressive processes of previous eras. At the beginning of the twentieth century, these reasons motivated the search for new languages in architecture and the transition from an exclusive interest in ancient vestiges to an attention to minor and spontaneous architecture, in synthesis with its own context. Greece, a privileged destination for architects’ study trips and in general for connoisseurs of the classical world, has hosted this transformation of project culture in a significant way. Architecture occupied a preponderant place in Greek culture, in which housing was the essential element of popular art, the one that connected directly to the individual. The beauty of the house, which struck western visitors, resulted from the rational forms of the whole, conditioned by the plan, the material and the applied techniques: in its ability to respond, that is, to practical needs and not to essentially aesthetic purposes. In the 1930s, a cosmopolitan community of intellectuals directed an inquiring gaze on the culture and environment of Greece, highlighting the relationship between spontaneous architecture and modernity, in some cases being based on a strong idealistic component that often conditioned a balanced vision of reality and supported some stereotypes. Numerous in-depth studies on Mediterranean culture and their links with modernity found development in ethnographic studies, such as those proposed by Bernard Rudofsky, or else in Italian Rationalism, especially the one related to rural architecture which would then develop a particular contribution to Critical Regionalism. It will be necessary, however, to wait for the ‘second’ twentieth century to have some works genuinely aimed at using those so emphasised criteria of architectural spontaneity, as in the case of residential interventions designed by Constantinos A. Doxiadis and Giancarlo De Carlo.

L’evoluzione dell’identità della cultura occidentale, incentrata sul passaggio dalla continuità con la tradizione alla distanza storica e alla conoscenza archeologica delle preesistenze architettoniche, ha ingenerato la consapevolezza che i contenuti posti dalla modernità non permettevano più la possibilità di sintesi nella continuità con i processi costruttivi ed espressivi delle epoche precedenti. All’inizio del XX secolo, queste ragioni hanno motivato la ricerca di nuovi linguaggi in architettura e il passaggio dall’interesse esclusivo per le vestigia antiche all’attenzione anche per l’architettura minore e spontanea, nella sintesi con il proprio contesto. La Grecia, destinazione privilegiata nei viaggi di studio degli architetti e in generale degli estimatori del mondo classico, ha ospitato in modo significativo questa trasformazione della cultura del progetto. L’architettura occupava un posto preponderante nella cultura greca nella quale l’abitazione era l’elemento essenziale dell’arte popolare, quello che si collegava direttamente all’individuo. La bellezza dell’abitazione, che ha colpito i visitatori occidentali, risultava dalle forme razionali dell’insieme, condizionate dalla pianta, dal materiale e dalle tecniche applicate: cioè rispondente alle necessità pratiche e non a fini essenzialmente estetici. Negli anni ’30, una comunità cosmopolita di intellettuali diresse uno sguardo indagatore sulla cultura e l’ambiente della Grecia mettendo in luce il rapporto tra architettura spontanea e modernità, in alcuni casi in base a una forte componente idealista che ha spesso condizionato una visione equilibrata della realtà e sostenuto alcuni stereotipi. Numerosi approfondimenti sulla cultura mediterranea e i loro collegamenti con la modernità trovarono sviluppo in studi etnografici come quelli proposti da Bernard Rudofsky, oppure nel Razionalismo italiano, soprattutto quello collegato all’architettura rurale, che poi avrebbe sviluppato un particolare contributo al Regionalismo Critico. Occorrerà però attendere il "secondo" Novecento per avere alcune opere veramente indirizzate ad utilizzare quei criteri di spontaneità architettonica tanto enfatizzati, come nel caso di interventi residenziali progettati da Constantinos A. Doxiadis e da Giancarlo De Carlo.

Razionalismo mediterraneo. Osservare, interpretare, rinnovare: spontaneità, razionalità, fragilità

Galliani, Pierfranco
2020-01-01

Abstract

Mediterranean rationalism. Observe, interpret, renovate: spontaneity, rationality, fragility – The evolution of the identity of Western culture, centered on the transition from the continuity with tradition to the historical distance and to the archaeological knowledge of pre-existing architectures, has generated the awareness that the contents of modernity no longer allowed the possibility of synthesis in continuity with the constructive and expressive processes of previous eras. At the beginning of the twentieth century, these reasons motivated the search for new languages in architecture and the transition from an exclusive interest in ancient vestiges to an attention to minor and spontaneous architecture, in synthesis with its own context. Greece, a privileged destination for architects’ study trips and in general for connoisseurs of the classical world, has hosted this transformation of project culture in a significant way. Architecture occupied a preponderant place in Greek culture, in which housing was the essential element of popular art, the one that connected directly to the individual. The beauty of the house, which struck western visitors, resulted from the rational forms of the whole, conditioned by the plan, the material and the applied techniques: in its ability to respond, that is, to practical needs and not to essentially aesthetic purposes. In the 1930s, a cosmopolitan community of intellectuals directed an inquiring gaze on the culture and environment of Greece, highlighting the relationship between spontaneous architecture and modernity, in some cases being based on a strong idealistic component that often conditioned a balanced vision of reality and supported some stereotypes. Numerous in-depth studies on Mediterranean culture and their links with modernity found development in ethnographic studies, such as those proposed by Bernard Rudofsky, or else in Italian Rationalism, especially the one related to rural architecture which would then develop a particular contribution to Critical Regionalism. It will be necessary, however, to wait for the ‘second’ twentieth century to have some works genuinely aimed at using those so emphasised criteria of architectural spontaneity, as in the case of residential interventions designed by Constantinos A. Doxiadis and Giancarlo De Carlo.
2020
Viaggi e viste. Mediterraneo e modernità
978-88-94869-95-8
L’evoluzione dell’identità della cultura occidentale, incentrata sul passaggio dalla continuità con la tradizione alla distanza storica e alla conoscenza archeologica delle preesistenze architettoniche, ha ingenerato la consapevolezza che i contenuti posti dalla modernità non permettevano più la possibilità di sintesi nella continuità con i processi costruttivi ed espressivi delle epoche precedenti. All’inizio del XX secolo, queste ragioni hanno motivato la ricerca di nuovi linguaggi in architettura e il passaggio dall’interesse esclusivo per le vestigia antiche all’attenzione anche per l’architettura minore e spontanea, nella sintesi con il proprio contesto. La Grecia, destinazione privilegiata nei viaggi di studio degli architetti e in generale degli estimatori del mondo classico, ha ospitato in modo significativo questa trasformazione della cultura del progetto. L’architettura occupava un posto preponderante nella cultura greca nella quale l’abitazione era l’elemento essenziale dell’arte popolare, quello che si collegava direttamente all’individuo. La bellezza dell’abitazione, che ha colpito i visitatori occidentali, risultava dalle forme razionali dell’insieme, condizionate dalla pianta, dal materiale e dalle tecniche applicate: cioè rispondente alle necessità pratiche e non a fini essenzialmente estetici. Negli anni ’30, una comunità cosmopolita di intellettuali diresse uno sguardo indagatore sulla cultura e l’ambiente della Grecia mettendo in luce il rapporto tra architettura spontanea e modernità, in alcuni casi in base a una forte componente idealista che ha spesso condizionato una visione equilibrata della realtà e sostenuto alcuni stereotipi. Numerosi approfondimenti sulla cultura mediterranea e i loro collegamenti con la modernità trovarono sviluppo in studi etnografici come quelli proposti da Bernard Rudofsky, oppure nel Razionalismo italiano, soprattutto quello collegato all’architettura rurale, che poi avrebbe sviluppato un particolare contributo al Regionalismo Critico. Occorrerà però attendere il "secondo" Novecento per avere alcune opere veramente indirizzate ad utilizzare quei criteri di spontaneità architettonica tanto enfatizzati, come nel caso di interventi residenziali progettati da Constantinos A. Doxiadis e da Giancarlo De Carlo.
Architects' study trips, spontaneous architecture, modernity, critical regionalism
Viaggi studio degli architetti, architettura spontanea, modernità regionalismo critico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1165882
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