La necessità di costruire edifici energeticamente efficienti è una tematica che si è affermata con forza già negli ultimi decenni del secolo scorso, in seguito alla crisi energetica degli anni ‘70. È proprio in quel periodo, infatti, che si è definito il concetto di sviluppo sostenibile e diffusa sempre più la sensibilità al tema del risparmio energetico. Dagli anni Settanta ad oggi questa tematica ha visto un rapido sviluppo e con le recenti direttive europee (tra cui le prime e più conosciute 2010/31/UE, 2012/27/UE e la più recente 2018/844/ UE) si è arrivati ad un punto di svolta, ossia l’obbligo di costruire, dal 2021, solo edifici a energia quasi zero, i cosiddetti nZEB (nearly Zero Energy Building). Negli ultimi anni si è pertanto assistito alla diffusione in tutto il mondo di edifici sempre più performanti, attenti alle tematiche di sostenibilità e impatto ambientale. Tuttavia, accanto a queste nuove costruzioni, è ancora oggi possibile ritrovare numerosi esempi di edifici incompiuti, degradati e/o abbandonati. Si tratta di veri e propri “scheletri” edilizi, per i quali non è stato portato a termine il processo di costruzione. Nella maggior parte dei casi, questi edifici si trovano all’interno di ambiti territoriali che nel complesso si presentano degradati e, spesso, sono proprio questi fabbricati ad essere una delle principali cause di degrado, favorendo il crearsi di aree abbandonate caratterizzate da verde incolto o maltenuto e di occupazione da parte di senzatetto. In particolare, questi ultimi aspetti possono riflettersi su una percezione di disagio ed insicurezza da parte della comunità e degli utenti delle aree limitrofe a queste costruzioni.
Scheletri edilizi: recuperare o demolire?
E. S. Mazzucchelli;A. Stefanazzi;
2021-01-01
Abstract
La necessità di costruire edifici energeticamente efficienti è una tematica che si è affermata con forza già negli ultimi decenni del secolo scorso, in seguito alla crisi energetica degli anni ‘70. È proprio in quel periodo, infatti, che si è definito il concetto di sviluppo sostenibile e diffusa sempre più la sensibilità al tema del risparmio energetico. Dagli anni Settanta ad oggi questa tematica ha visto un rapido sviluppo e con le recenti direttive europee (tra cui le prime e più conosciute 2010/31/UE, 2012/27/UE e la più recente 2018/844/ UE) si è arrivati ad un punto di svolta, ossia l’obbligo di costruire, dal 2021, solo edifici a energia quasi zero, i cosiddetti nZEB (nearly Zero Energy Building). Negli ultimi anni si è pertanto assistito alla diffusione in tutto il mondo di edifici sempre più performanti, attenti alle tematiche di sostenibilità e impatto ambientale. Tuttavia, accanto a queste nuove costruzioni, è ancora oggi possibile ritrovare numerosi esempi di edifici incompiuti, degradati e/o abbandonati. Si tratta di veri e propri “scheletri” edilizi, per i quali non è stato portato a termine il processo di costruzione. Nella maggior parte dei casi, questi edifici si trovano all’interno di ambiti territoriali che nel complesso si presentano degradati e, spesso, sono proprio questi fabbricati ad essere una delle principali cause di degrado, favorendo il crearsi di aree abbandonate caratterizzate da verde incolto o maltenuto e di occupazione da parte di senzatetto. In particolare, questi ultimi aspetti possono riflettersi su una percezione di disagio ed insicurezza da parte della comunità e degli utenti delle aree limitrofe a queste costruzioni.File | Dimensione | Formato | |
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