A dire il vero, avrei voluto iniziare con questo incipit: «C’era una volta e ancora c’è», ma poi mi è sembrato che i versi cantati da Leporello nel supremo e gioioso Don Giovanni mozartiano diano meglio l’idea dei tempi che stiamo vivendo. Ho aspettato !no all’ultimo per scrivere questo editoriale, perché l’evoluzione di tutto quello che ci sta intorno è in preda a tali accelerazioni che, incredibilmente, tutto appare fermo. Perché tutto si muove alla stessa velocità. Noi compresi. Non c’è un punto da cui guardare e valutare. Non c’è un mezzo con cui allontanarsi e lasciare dietro di sé le cose. E, quindi, eccoci qui: abbiamo un bel catalogo da cui scegliere. Un insieme di cose buone e tante di improbabili. Cose che si sono avverate inaspettatamente e desideri che sono rimasti inascoltati. L’anno che si è concluso probabilmente rimarrà negli annali come uno dei peggiori che abbiamo vissuto. Quello che ha stravolto il nostro essere e pensare, il nostro relazionarci con gli altri, che ha cambiato il nostro modo di lavorare e di studiare. Però, a ben guardare, è anche quello che ci ha fatto riscoprire come essere più forti, come reiventarci di punto in bianco e che ci ha fatto mettere al primo posto sentimenti e occasioni di cui avevamo perso il senso d’importanza. D’altra parte, nell’emergenza tutto il superfluo appare improvvisamente per quello che è. E la verità appare fulgida, così come appare bellissima la semplicità delle cose. Potrei anche dire, per usare un termine cool, che abbiamo capito quanto possiamo essere resilienti, pronti a prendere botta e a ripartire avendo imparato da una (grande) lezione subita in più… Mi stavo chiedendo che cosa ci avrebbe portato questo nuovo anno, ma per il momento le prime avvisaglie mandano segnali che paiono arrivare da realtà distopiche. Siamo nella crisi della crisi dentro una crisi che pare sviluppare altre crisi. Se fosse pura matematica direi che più che una somma si andrebbe verso un nulla (di fatto) assoluto. Ma mi spiace, non ce la faccio, e da eterno ottimista voglio pensare che la realtà, quella vera, saprà palesarsi nella sua bontà e che si possa di nuovo crescere in spirito e in saggezza. E perché no, anche nell’economia e nell’industria, pure quella legata al mondo dell’edilizia che, lo abbiamo visto, non si è mai fermato. E YouBuild è qui per dare il suo contributo, per stare al vostro fianco.

Così rigeneremo tutta l’area

G. Semprebon
2021-01-01

Abstract

A dire il vero, avrei voluto iniziare con questo incipit: «C’era una volta e ancora c’è», ma poi mi è sembrato che i versi cantati da Leporello nel supremo e gioioso Don Giovanni mozartiano diano meglio l’idea dei tempi che stiamo vivendo. Ho aspettato !no all’ultimo per scrivere questo editoriale, perché l’evoluzione di tutto quello che ci sta intorno è in preda a tali accelerazioni che, incredibilmente, tutto appare fermo. Perché tutto si muove alla stessa velocità. Noi compresi. Non c’è un punto da cui guardare e valutare. Non c’è un mezzo con cui allontanarsi e lasciare dietro di sé le cose. E, quindi, eccoci qui: abbiamo un bel catalogo da cui scegliere. Un insieme di cose buone e tante di improbabili. Cose che si sono avverate inaspettatamente e desideri che sono rimasti inascoltati. L’anno che si è concluso probabilmente rimarrà negli annali come uno dei peggiori che abbiamo vissuto. Quello che ha stravolto il nostro essere e pensare, il nostro relazionarci con gli altri, che ha cambiato il nostro modo di lavorare e di studiare. Però, a ben guardare, è anche quello che ci ha fatto riscoprire come essere più forti, come reiventarci di punto in bianco e che ci ha fatto mettere al primo posto sentimenti e occasioni di cui avevamo perso il senso d’importanza. D’altra parte, nell’emergenza tutto il superfluo appare improvvisamente per quello che è. E la verità appare fulgida, così come appare bellissima la semplicità delle cose. Potrei anche dire, per usare un termine cool, che abbiamo capito quanto possiamo essere resilienti, pronti a prendere botta e a ripartire avendo imparato da una (grande) lezione subita in più… Mi stavo chiedendo che cosa ci avrebbe portato questo nuovo anno, ma per il momento le prime avvisaglie mandano segnali che paiono arrivare da realtà distopiche. Siamo nella crisi della crisi dentro una crisi che pare sviluppare altre crisi. Se fosse pura matematica direi che più che una somma si andrebbe verso un nulla (di fatto) assoluto. Ma mi spiace, non ce la faccio, e da eterno ottimista voglio pensare che la realtà, quella vera, saprà palesarsi nella sua bontà e che si possa di nuovo crescere in spirito e in saggezza. E perché no, anche nell’economia e nell’industria, pure quella legata al mondo dell’edilizia che, lo abbiamo visto, non si è mai fermato. E YouBuild è qui per dare il suo contributo, per stare al vostro fianco.
2021
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