Fondare una religione. È questo, in una prospettiva provocatoria, il desiderio e la pulsione psicopatologica recondita di molti architetti formatisi nell'ambito della cultura occidentale. Vincolare (dal latino religio, legare attraverso un patto) attorno a un credo un dato insieme sociale, offrendogli la felicità, la quiete e l'armonia perdute in cambio dell’adesione a una cristallina visione del mondo, resa manifesta attraverso la costruzione architettonica. L’architettura - Grande Madre, grembo, catino, invaso, torre egoica, luogo in cui la vita ha inizio e in cui essa ha fine -, è il topos che più di ogni altro spiega, risolve, offre rimedio all’incertezza della condizione umana. Sia essa una tenda, un totem saldamente issato tra terra e cielo, un recinto, una grotta, un riparo di rami e fango, un tempio o un axis mundi, l’architettura individua, delimita, contiene, offrendo all’esistenza un approdo sicuro. L’architettura porta in presenza un’idea di Mondo, l’immagine di un Cosmo che si vuole ordinato, sottraendo i fenomeni umani al caos primordiale, all’abisso, al silenzio siderale che dà inizio ad ogni mito cosmogonico. Il suo essere logos pone l’architettura nell’ambito non dell’accadere spontaneo e involontario, ma del progetto e del ragionamento, del programma, della norma, della ripetizione ossessionante, dell’ordine.

Informale plurale. I luoghi informali del pluralismo religioso a Milano

Gotti Francesca
2020-01-01

Abstract

Fondare una religione. È questo, in una prospettiva provocatoria, il desiderio e la pulsione psicopatologica recondita di molti architetti formatisi nell'ambito della cultura occidentale. Vincolare (dal latino religio, legare attraverso un patto) attorno a un credo un dato insieme sociale, offrendogli la felicità, la quiete e l'armonia perdute in cambio dell’adesione a una cristallina visione del mondo, resa manifesta attraverso la costruzione architettonica. L’architettura - Grande Madre, grembo, catino, invaso, torre egoica, luogo in cui la vita ha inizio e in cui essa ha fine -, è il topos che più di ogni altro spiega, risolve, offre rimedio all’incertezza della condizione umana. Sia essa una tenda, un totem saldamente issato tra terra e cielo, un recinto, una grotta, un riparo di rami e fango, un tempio o un axis mundi, l’architettura individua, delimita, contiene, offrendo all’esistenza un approdo sicuro. L’architettura porta in presenza un’idea di Mondo, l’immagine di un Cosmo che si vuole ordinato, sottraendo i fenomeni umani al caos primordiale, all’abisso, al silenzio siderale che dà inizio ad ogni mito cosmogonico. Il suo essere logos pone l’architettura nell’ambito non dell’accadere spontaneo e involontario, ma del progetto e del ragionamento, del programma, della norma, della ripetizione ossessionante, dell’ordine.
2020
ARK
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