Possiamo smettere di considerare il lavoro come una sfida individuale, o al più di una singola corporazione, di un ristretto gruppo sociale o di interesse? Possiamo ridare al lavoro un significato e un ruolo in accordo con gli equilibri ecologici della biosfera così indispensabili alla nostra sopravvivenza? A quale ordine, a quale ideale, a quale programma appartiene il lavoro che vogliamo? Nel numero 34 Ark indaga il tema del !VORO, andando alla ricerca dei suoi significati e della sua utilità, dei sentimenti e delle ragioni che lo ispirano. In fisica il lavoro è il prodotto di un’energia potenziale. Non è una causa primaria posta all’origine dei fenomeni. È piuttosto il prodotto, la conseguenza di una spinta intenzionale o involontaria ad agire. È il risultato tangibile di una energia che esiste in potenza e che si trasforma in lavoro solo quando una condizione di equilibrio si spezza, liberandola. È opportuno allora domandarsi, quando si interroga la natura umana, in cosa consista tale energia, cosa la determini, quali pulsioni ne siano la causa, cosa la spinga a rovesciare un dato equilibrio, a trasformarsi in azione. E quando è necessario che l’energia sia conservata come un atto in potenza, contemplando la ‘non azione’ come una possibilità.
Traiettorie per economie situate
Gotti Francesca
2020-01-01
Abstract
Possiamo smettere di considerare il lavoro come una sfida individuale, o al più di una singola corporazione, di un ristretto gruppo sociale o di interesse? Possiamo ridare al lavoro un significato e un ruolo in accordo con gli equilibri ecologici della biosfera così indispensabili alla nostra sopravvivenza? A quale ordine, a quale ideale, a quale programma appartiene il lavoro che vogliamo? Nel numero 34 Ark indaga il tema del !VORO, andando alla ricerca dei suoi significati e della sua utilità, dei sentimenti e delle ragioni che lo ispirano. In fisica il lavoro è il prodotto di un’energia potenziale. Non è una causa primaria posta all’origine dei fenomeni. È piuttosto il prodotto, la conseguenza di una spinta intenzionale o involontaria ad agire. È il risultato tangibile di una energia che esiste in potenza e che si trasforma in lavoro solo quando una condizione di equilibrio si spezza, liberandola. È opportuno allora domandarsi, quando si interroga la natura umana, in cosa consista tale energia, cosa la determini, quali pulsioni ne siano la causa, cosa la spinga a rovesciare un dato equilibrio, a trasformarsi in azione. E quando è necessario che l’energia sia conservata come un atto in potenza, contemplando la ‘non azione’ come una possibilità.File | Dimensione | Formato | |
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