Tra le certezze che ci ha lasciato la gestione della fase acuta della pandemia in Italia almeno tre interessano direttamente le nostre responsabilità di urbanisti. La prima riconosce che le città e i territori sono un dato fisico che si è costruito nel tempo e che non cambierà così velocemente come cambiano i comportamenti sociali, anche se certamente questa nuova crisi sanitaria come quelle che si sono manifestate nei secoli passati, dalle epidemie di peste alla cosiddetta influenza spagnola, avrà impatti anche sulla forma della città, sulle relazioni e sulla pianificazione dello spazio. La seconda attiene alla consapevolezza che non possiamo separare le “emergenze” dal corso “routinario” degli eventi. Nei comportamenti e soprattutto nelle politiche urbanistiche si è sempre evitato di considerare la difesa del territorio come una priorità e la precondizione ad ogni azione di programmazione e trasformazione, ponendo poi in atto ad ogni nuova emergenza ambientale politiche di aggiustamento e ricostruzione lunghe e costose che quasi sempre, sia nei casi dei terremoti, sia di inondazioni e alluvioni, hanno lasciato i cittadini e i comuni a doversi reinventare come luoghi e come comunità. La terza riporta in primo piano la necessità di utilizzare la relazione tra spazio e tempo come una delle determinanti della pianificazione urbanistica.
Il progetto d'abitazione nella crisi post Covid-19
magni camillo
2020-01-01
Abstract
Tra le certezze che ci ha lasciato la gestione della fase acuta della pandemia in Italia almeno tre interessano direttamente le nostre responsabilità di urbanisti. La prima riconosce che le città e i territori sono un dato fisico che si è costruito nel tempo e che non cambierà così velocemente come cambiano i comportamenti sociali, anche se certamente questa nuova crisi sanitaria come quelle che si sono manifestate nei secoli passati, dalle epidemie di peste alla cosiddetta influenza spagnola, avrà impatti anche sulla forma della città, sulle relazioni e sulla pianificazione dello spazio. La seconda attiene alla consapevolezza che non possiamo separare le “emergenze” dal corso “routinario” degli eventi. Nei comportamenti e soprattutto nelle politiche urbanistiche si è sempre evitato di considerare la difesa del territorio come una priorità e la precondizione ad ogni azione di programmazione e trasformazione, ponendo poi in atto ad ogni nuova emergenza ambientale politiche di aggiustamento e ricostruzione lunghe e costose che quasi sempre, sia nei casi dei terremoti, sia di inondazioni e alluvioni, hanno lasciato i cittadini e i comuni a doversi reinventare come luoghi e come comunità. La terza riporta in primo piano la necessità di utilizzare la relazione tra spazio e tempo come una delle determinanti della pianificazione urbanistica.| File | Dimensione | Formato | |
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