La storia della grafica moderna è convenzionalmente costruita su un canone di personalità influenti attive nella prima metà del Novecento, e quella italiana non fa eccezione, fondata com’è sulla cosiddetta «scuola milanese». È evidente come tale lettura rifletta solo una parte della complessa realtà storica, ignorando trasformazioni sociali profonde e trascurando di fatto figure non necessariamente marginali, né di minore rilevanza. Se si può affermare retrospettivamente che Unimark è stata la piattaforma che ha lanciato la carriera americana di Vignelli, è altrettanto vero che tra il 1965 e il 1975 Milano e Chicago appaiono idealmente collegate dal passaggio di alcuni grafici italiani, che in America faranno esperienze fondamentali: Heinz Waibl (1931), Giulio Cittato (1936–86) e Piero Ottinetti (1927–2018). Provinciali era stato forse il primo (dopo la breve parentesi newyorkese di Depero) a percorrere la strada verso l’America, quando fra il 1951 e il ’53 è studente all’Institute of Design (l’ex New Bauhaus di Moholy-Nagy) a Chicago. Quell’esperienza, in genere temporanea ma per alcuni a senso unico, costituisce una tappa essenziale nel percorso professionale di Waibl, Cittato e Ottinetti che, pur con esiti divergenti, presenta alcune significative affinità. Se le condizioni del loro arrivo in America sono sostanzialmente simili, che cosa ha determinato esiti così differenti per Cittato, Waibl e Ottinetti? Perché, pur provenendo da una stessa cultura grafica, alcuni hanno trovato a Chicago migliori opportunità? E come si spiega che il nome di Ottinetti sia stato espunto dalla successiva storiografia, sia italiana che americana?
‘The other face of America: Cittato, Waibl and Ottinetti in Chicago / L’altra faccia dell’America: Cittato, Waibl e Ottinetti a Chicago
A. Colizzi
2019-01-01
Abstract
La storia della grafica moderna è convenzionalmente costruita su un canone di personalità influenti attive nella prima metà del Novecento, e quella italiana non fa eccezione, fondata com’è sulla cosiddetta «scuola milanese». È evidente come tale lettura rifletta solo una parte della complessa realtà storica, ignorando trasformazioni sociali profonde e trascurando di fatto figure non necessariamente marginali, né di minore rilevanza. Se si può affermare retrospettivamente che Unimark è stata la piattaforma che ha lanciato la carriera americana di Vignelli, è altrettanto vero che tra il 1965 e il 1975 Milano e Chicago appaiono idealmente collegate dal passaggio di alcuni grafici italiani, che in America faranno esperienze fondamentali: Heinz Waibl (1931), Giulio Cittato (1936–86) e Piero Ottinetti (1927–2018). Provinciali era stato forse il primo (dopo la breve parentesi newyorkese di Depero) a percorrere la strada verso l’America, quando fra il 1951 e il ’53 è studente all’Institute of Design (l’ex New Bauhaus di Moholy-Nagy) a Chicago. Quell’esperienza, in genere temporanea ma per alcuni a senso unico, costituisce una tappa essenziale nel percorso professionale di Waibl, Cittato e Ottinetti che, pur con esiti divergenti, presenta alcune significative affinità. Se le condizioni del loro arrivo in America sono sostanzialmente simili, che cosa ha determinato esiti così differenti per Cittato, Waibl e Ottinetti? Perché, pur provenendo da una stessa cultura grafica, alcuni hanno trovato a Chicago migliori opportunità? E come si spiega che il nome di Ottinetti sia stato espunto dalla successiva storiografia, sia italiana che americana?File | Dimensione | Formato | |
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