Nella Milano ducale e poi francese e spagnola le indagini archivistiche degli ultimi anni hanno documentato l’attività di numerosi ingegneri e architetti. Molti tra questi, sconosciuti ai repertori biografici, possono essere considerati a tutti gli effetti «architetti senza architetture» in quanto è possibile documentare la loro attività professionale unicamente attraverso stime e relazioni, senza poter loro attribuire con sicurezza il progetto di opere. Su queste figure, tranne qualche eccezione, la storiografia ha da tempo costruito l’immagine dell’ingegnere lombardo: un tecnico con competenze più vicine a quelle di un capomastro, al quale raramente è stata riconosciuta una capacità progettuale e grafica. Lo studio di alcuni di questi professionisti della Milano tra Quattrocento e Cinquecento ci offre una visione più ampia e allo stesso tempo dettagliata proprio sugli aspetti delle prassi del cantiere (tradizioni, lessico, materiali e tecniche), dello status della professione di architetto, oltre che sulle vicende costruttive di alcune fabbriche. Un ruolo, quello dell’ingegnere-architetto, che non muta per tutto il periodo preso in esame, semmai si trasforma a seconda della complessità degli incarichi.

Lazzaro Palazzi, scultore e architetto

Repishti, Francesco
2020-01-01

Abstract

Nella Milano ducale e poi francese e spagnola le indagini archivistiche degli ultimi anni hanno documentato l’attività di numerosi ingegneri e architetti. Molti tra questi, sconosciuti ai repertori biografici, possono essere considerati a tutti gli effetti «architetti senza architetture» in quanto è possibile documentare la loro attività professionale unicamente attraverso stime e relazioni, senza poter loro attribuire con sicurezza il progetto di opere. Su queste figure, tranne qualche eccezione, la storiografia ha da tempo costruito l’immagine dell’ingegnere lombardo: un tecnico con competenze più vicine a quelle di un capomastro, al quale raramente è stata riconosciuta una capacità progettuale e grafica. Lo studio di alcuni di questi professionisti della Milano tra Quattrocento e Cinquecento ci offre una visione più ampia e allo stesso tempo dettagliata proprio sugli aspetti delle prassi del cantiere (tradizioni, lessico, materiali e tecniche), dello status della professione di architetto, oltre che sulle vicende costruttive di alcune fabbriche. Un ruolo, quello dell’ingegnere-architetto, che non muta per tutto il periodo preso in esame, semmai si trasforma a seconda della complessità degli incarichi.
2020
Architetti senza architetture
9791220069946
Rinascimento
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