Il capitolo indaga il tema della creatività come leva di rigenerazione urbana e di riattivazione sociale. In particolare, si intendono analizzare i processi di riqualificazione edilizia promossi soprattutto dal pubblico, spesso in sinergia con il settore privato, con l’obiettivo di riconquistare edifici abbandonati restituendoli alla socialità e all’uso collettivo, rendendoli rappresentativi di comunità sempre più eterogenee. Il testo si focalizza sulla riattivazione sociale - e non solo spaziale - di alcune fabbriche dismesse, che oggi sono reinserite nel tessuto economico e produttivo urbano grazie a processi di riconversione che le trasformano in hub culturali e creativi rispettosi della vocazione produttiva del luogo. Questi spazi, che pur in disuso da anni ancora appartengono alla nostra memoria collettiva, sono edifici persi in un tempo sospeso che ora, grazie a processi di riattivazione basati proprio sulla creatività (sia analogica sia digitale, ponendo che i collettivi artistici come gli artigiani digitali siano i “creativi” contemporanei) e sulla condivisione (propria dei coworking come delle officine creative), trovano un improvviso riscatto e divengono motori di rigenerazione urbana. Nello specifico sono analizzati alcuni puntuali casi studio del contesto milanese, episodi ormai non più isolati che possono proporre interessanti spunti di riflessione per la disciplina del design.
Sogni. La riconversione di edifici dismessi in chiave culturale e creativa come motore di rigenerazione urbana
B. DI Prete
2020-01-01
Abstract
Il capitolo indaga il tema della creatività come leva di rigenerazione urbana e di riattivazione sociale. In particolare, si intendono analizzare i processi di riqualificazione edilizia promossi soprattutto dal pubblico, spesso in sinergia con il settore privato, con l’obiettivo di riconquistare edifici abbandonati restituendoli alla socialità e all’uso collettivo, rendendoli rappresentativi di comunità sempre più eterogenee. Il testo si focalizza sulla riattivazione sociale - e non solo spaziale - di alcune fabbriche dismesse, che oggi sono reinserite nel tessuto economico e produttivo urbano grazie a processi di riconversione che le trasformano in hub culturali e creativi rispettosi della vocazione produttiva del luogo. Questi spazi, che pur in disuso da anni ancora appartengono alla nostra memoria collettiva, sono edifici persi in un tempo sospeso che ora, grazie a processi di riattivazione basati proprio sulla creatività (sia analogica sia digitale, ponendo che i collettivi artistici come gli artigiani digitali siano i “creativi” contemporanei) e sulla condivisione (propria dei coworking come delle officine creative), trovano un improvviso riscatto e divengono motori di rigenerazione urbana. Nello specifico sono analizzati alcuni puntuali casi studio del contesto milanese, episodi ormai non più isolati che possono proporre interessanti spunti di riflessione per la disciplina del design.File | Dimensione | Formato | |
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