The desk has been a controversial symbol of the office work, a piece of furniture to manage the confusion of papers and to settle all the employees. Over the centuries its design was often instrumental in identifying the personal habitat and the time of work. In the Ford era, the desk is the first element to order the office environment – a strategic “dispositif” for regulating employees and the workflow –, while today its design satisfies the new desires of the organization of work: transparent and thin, the office desk becomes dematerialized into the logic of the “dynamic working” by contemporary Science Management, which involves its use in sharing, in rotation or its elimination.

Bureau, scrivania, non è solo il suffisso da cui deriva la parola burocrazìa, ma è stato a lungo il simbolo più cogente e controverso del lavoro d’ufficio: un arredo «a due facce», per governare la confusione delle carte e dirimere la classe degli impiegati. Nel corso dei secoli il suo design è stato strumentale a un incanto di fondo: nonostante le dimensioni limitate, la scrivania individua l’habitat e il tempo del lavoro. Insieme ai gusti, alle abitudini, al modo di lavorare di chi la usa, è «una maniera per segnare [lo] spazio, un approccio un po’ obliquo alla … pratica quotidiana, un modo di parlare del [proprio] lavoro, della [propria] storia, delle [proprie] preoccupazioni, uno sforzo per cogliere qualche cosa che appartiene alla [personale] esperienza, ma non a livello di esperienze lontane, bensì nel vivo del suo mostrarsi» (Perec 1985, 22). D’altra parte, in epoca fordista la scrivania è stata il primo tassello con cui ordinare l’ambiente dell’ufficio, dispositif strategico – nelle modalità indicate da Michel Foucault (1976; 1980) – per regolare addetti e andamento delle pratiche (il work flow) rispetto alle richieste de «la Direzione». Il progetto della scrivania asseconda infine i desiderata dell’organizzazione contemporanea del lavoro: trasparente, sottile, fino a farsi evanescente, l’arredo si smaterializza nella logica del dynamic working, che prevede di farla usare in condivisione oppure a rotazione o, altrimenti, di eliminarla del tutto. Se oggi flessibilità e mobilità del lavoro impongono di lavorare sempre e ovunque, per usare un laptop o un tablet in fondo bastano le proprie ginocchia e una connessione wi-fi.

Il governo della scrivania: Design come "dispositif"

I. Forino
2020-01-01

Abstract

The desk has been a controversial symbol of the office work, a piece of furniture to manage the confusion of papers and to settle all the employees. Over the centuries its design was often instrumental in identifying the personal habitat and the time of work. In the Ford era, the desk is the first element to order the office environment – a strategic “dispositif” for regulating employees and the workflow –, while today its design satisfies the new desires of the organization of work: transparent and thin, the office desk becomes dematerialized into the logic of the “dynamic working” by contemporary Science Management, which involves its use in sharing, in rotation or its elimination.
2020
Bureau, scrivania, non è solo il suffisso da cui deriva la parola burocrazìa, ma è stato a lungo il simbolo più cogente e controverso del lavoro d’ufficio: un arredo «a due facce», per governare la confusione delle carte e dirimere la classe degli impiegati. Nel corso dei secoli il suo design è stato strumentale a un incanto di fondo: nonostante le dimensioni limitate, la scrivania individua l’habitat e il tempo del lavoro. Insieme ai gusti, alle abitudini, al modo di lavorare di chi la usa, è «una maniera per segnare [lo] spazio, un approccio un po’ obliquo alla … pratica quotidiana, un modo di parlare del [proprio] lavoro, della [propria] storia, delle [proprie] preoccupazioni, uno sforzo per cogliere qualche cosa che appartiene alla [personale] esperienza, ma non a livello di esperienze lontane, bensì nel vivo del suo mostrarsi» (Perec 1985, 22). D’altra parte, in epoca fordista la scrivania è stata il primo tassello con cui ordinare l’ambiente dell’ufficio, dispositif strategico – nelle modalità indicate da Michel Foucault (1976; 1980) – per regolare addetti e andamento delle pratiche (il work flow) rispetto alle richieste de «la Direzione». Il progetto della scrivania asseconda infine i desiderata dell’organizzazione contemporanea del lavoro: trasparente, sottile, fino a farsi evanescente, l’arredo si smaterializza nella logica del dynamic working, che prevede di farla usare in condivisione oppure a rotazione o, altrimenti, di eliminarla del tutto. Se oggi flessibilità e mobilità del lavoro impongono di lavorare sempre e ovunque, per usare un laptop o un tablet in fondo bastano le proprie ginocchia e una connessione wi-fi.
Office design
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