Gli studi iniziati nel 2013, che hanno visto coinvolti professori, ricercatori, specializzandi del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, laureandi e studenti del corso in Progettazione dell’Architettura della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, avevano come obiettivo di indagare e analizzare il borgo di Castel San Pietro “ricco di memorie storiche e di importanti monumenti” . Castel San Pietro, centro abitato compreso all’interno dell’Inventario degli Insediamenti Svizzeri da Proteggere di importanza nazionale (ISOS) , si trova nella parte meridionale del Canton Ticino a monte della riva destra della Breggia, è collegato a Mendrisio e Obino nella parte settentrionale, ai centri abitati del lato occidentale della Valle di Muggio e a Gorla nella parte meridionale. Si tratta di un “villaggio” che mantiene ancora sostanzialmente intatto il proprio impianto caratterizzato dal suo sviluppo lungo un asse a Y, su cui si affaccia una cortina edilizia composta da corpi di fabbrica alti circa due o tre piani, con la chiesa parrocchiale ubicata all’estremità meridionale con una piazza/sagrato dalle storie complesse che nel tempo hanno determinato significati e usi diversi di questo luogo. A nord di questo asse si sviluppa Cantun Sura con un edificato meno compatto con all’estremità orientale la frazione di Fontana e più a sud la frazione di Al Ponte, che come dice il nome, si articola lungo un percorso che conduce a un ponte sulla Breggia. Le frazioni del borgo sono diverse: Loverciano a est caratterizzata dalla presenza di villa Turconi e delle masserie con in prossimità Vigino, Gorla a sud, Obino a nord e all’estremità ovest Corteglia. Molti sono gli studi su Castel San Pietro su cui si basa questa ricerca che ha visto come prima fondamentale fase lo studio dei catasti storici, in particolare quello del 1861 e del 1931. Le mappe catastali con i “Sommarioni” sono conservati presso l’Archivio storico del Municipio di Castel San Pietro e hanno permesso di individuare la consistenza fisica – il costruito diffuso, i vuoti urbani, il verde privato e pubblico, la viabilità, le emergenze architettoniche - di un borgo le cui principali attività erano l’emigrazione di mastri e manovali , l’agricoltura , poi l’allevamento dei bachi da seta e alla fine del XIX anche la produzione di sigari. Le domande a cui si voleva rispondere durante questa ricerca erano soprattutto relative all’evoluzione del costruito e alla comprensione delle sue caratteristiche, alle proprietà e all’individuazione di specifiche dinamiche che hanno portato alla realizzazione di nuove polarità che hanno cambiato l’assetto del borgo. La comprensione delle relazioni che intercorrono tra le singole unità, mutate non solo per le trasformazioni del costruito, ma anche per il variare degli spazi aperti, delle aree verdi e della viabilità ha messo in luce un palinsesto complesso che porta con sé le tracce delle società del passato. Essere consapevoli delle reti di relazioni tra il costruito e il territorio, fatto di spazi vuoti e aree verdi e riconoscerne le caratteristiche principali nell’abitato di oggi, e conservarle, rappresenta il modo per mantenere la memoria di quelle società che le hanno prodotte.

Un borgo diviso tra due mondi

F. Albani
2020-01-01

Abstract

Gli studi iniziati nel 2013, che hanno visto coinvolti professori, ricercatori, specializzandi del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, laureandi e studenti del corso in Progettazione dell’Architettura della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, avevano come obiettivo di indagare e analizzare il borgo di Castel San Pietro “ricco di memorie storiche e di importanti monumenti” . Castel San Pietro, centro abitato compreso all’interno dell’Inventario degli Insediamenti Svizzeri da Proteggere di importanza nazionale (ISOS) , si trova nella parte meridionale del Canton Ticino a monte della riva destra della Breggia, è collegato a Mendrisio e Obino nella parte settentrionale, ai centri abitati del lato occidentale della Valle di Muggio e a Gorla nella parte meridionale. Si tratta di un “villaggio” che mantiene ancora sostanzialmente intatto il proprio impianto caratterizzato dal suo sviluppo lungo un asse a Y, su cui si affaccia una cortina edilizia composta da corpi di fabbrica alti circa due o tre piani, con la chiesa parrocchiale ubicata all’estremità meridionale con una piazza/sagrato dalle storie complesse che nel tempo hanno determinato significati e usi diversi di questo luogo. A nord di questo asse si sviluppa Cantun Sura con un edificato meno compatto con all’estremità orientale la frazione di Fontana e più a sud la frazione di Al Ponte, che come dice il nome, si articola lungo un percorso che conduce a un ponte sulla Breggia. Le frazioni del borgo sono diverse: Loverciano a est caratterizzata dalla presenza di villa Turconi e delle masserie con in prossimità Vigino, Gorla a sud, Obino a nord e all’estremità ovest Corteglia. Molti sono gli studi su Castel San Pietro su cui si basa questa ricerca che ha visto come prima fondamentale fase lo studio dei catasti storici, in particolare quello del 1861 e del 1931. Le mappe catastali con i “Sommarioni” sono conservati presso l’Archivio storico del Municipio di Castel San Pietro e hanno permesso di individuare la consistenza fisica – il costruito diffuso, i vuoti urbani, il verde privato e pubblico, la viabilità, le emergenze architettoniche - di un borgo le cui principali attività erano l’emigrazione di mastri e manovali , l’agricoltura , poi l’allevamento dei bachi da seta e alla fine del XIX anche la produzione di sigari. Le domande a cui si voleva rispondere durante questa ricerca erano soprattutto relative all’evoluzione del costruito e alla comprensione delle sue caratteristiche, alle proprietà e all’individuazione di specifiche dinamiche che hanno portato alla realizzazione di nuove polarità che hanno cambiato l’assetto del borgo. La comprensione delle relazioni che intercorrono tra le singole unità, mutate non solo per le trasformazioni del costruito, ma anche per il variare degli spazi aperti, delle aree verdi e della viabilità ha messo in luce un palinsesto complesso che porta con sé le tracce delle società del passato. Essere consapevoli delle reti di relazioni tra il costruito e il territorio, fatto di spazi vuoti e aree verdi e riconoscerne le caratteristiche principali nell’abitato di oggi, e conservarle, rappresenta il modo per mantenere la memoria di quelle società che le hanno prodotte.
2020
Castel San Pietro. Paesaggi culturali in Canton Ticino
9788849238617
paesaggi culturali, canton ticino, conservazione, borgo rurale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1150704
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