The article is the result of the "urban design and planning studio" in the Politecnico di Milano. Emerging by the discussion and design with the students, the planning proposals show the multidimensional methodology of analysis and description, as well as of planning and design related to re-design of the open spaces in a disadvantaged areas. The article presents the context of the design proposal through socio-economic conditions of the valley, historical evolution of mobility and water infrastructures, and a review of the main big economic and infrastructural projects of the past years. Reflecting on what is an infrastructure in a wider sense as a "support to the processes of social reproduction", the proposals act on existing territory and “ordinary city” through minimal, incremental and multi-partners spatial interventions, mainly related to maintenance of open spaces, to facilitate the practices of uses, and to active protection of the territory.

Nelle valli due infrastrutture lineari, fiume e strada, disegnano il paesaggio e sono la spina dorsale di reti minori di altre infrastrutture, quali dighe, ponti, parcheggi, spiagge, terme e parchi. In anni recenti né la loro manutenzione, né loro profonde modificazioni sono riuscire a sviluppare aree economicamente marginali, ma con un pacato benessere individuale e sociale, quali la valle appenninica del fiume Trebbia, ambito specifico delle riflessioni qui presentate. Attraverso la ricostruzione della storia del collegamento viario e dell’infrastrutturazione delle acque si sottolinea la storia lunga di questo territorio e il paesaggio che i progetti passati volevano disegnare. Mentre con alcune esplorazioni progettuali realizzate in ambito didattico si propongono alla discussione interventi che agiscono sull’esistente e danno largo spazio all’azione ordinaria: una rinnovata cura e manutenzione delle trame della mobilità che rigenera la maglia intervalliva trasversale e ridisegna l’accessibilità per diversi modi e ragioni di muoversi; un progetto di suolo a scala territoriale che regimenta i terreni e le acque; la riscoperta del patrimonio edilizio e degli spazi aperti per usi temporanei molto diversificati, quale sostegno di possibili micro-economie. Questi sono progetti minimi, deboli, incrementali, adattivi, multiattoriali ed eterodiretti, in prevalenza di manutenzione e cura degli spazi aperti, aderenti alle pratiche di lavoro, d’uso e di tutela attiva del territorio, applicazione di una razionalità nuova rispetto all’azione tradizionale sulle infrastrutture intese come supporto dei processi di riproduzione sociale.

Progetti minimi di spazi aperti per rianimare un territorio

M. Mareggi
2015-01-01

Abstract

The article is the result of the "urban design and planning studio" in the Politecnico di Milano. Emerging by the discussion and design with the students, the planning proposals show the multidimensional methodology of analysis and description, as well as of planning and design related to re-design of the open spaces in a disadvantaged areas. The article presents the context of the design proposal through socio-economic conditions of the valley, historical evolution of mobility and water infrastructures, and a review of the main big economic and infrastructural projects of the past years. Reflecting on what is an infrastructure in a wider sense as a "support to the processes of social reproduction", the proposals act on existing territory and “ordinary city” through minimal, incremental and multi-partners spatial interventions, mainly related to maintenance of open spaces, to facilitate the practices of uses, and to active protection of the territory.
2015
ITALIA '45-'45. RADICI, CONDIZIONI, PROSPETTIVE
9788899237042
Nelle valli due infrastrutture lineari, fiume e strada, disegnano il paesaggio e sono la spina dorsale di reti minori di altre infrastrutture, quali dighe, ponti, parcheggi, spiagge, terme e parchi. In anni recenti né la loro manutenzione, né loro profonde modificazioni sono riuscire a sviluppare aree economicamente marginali, ma con un pacato benessere individuale e sociale, quali la valle appenninica del fiume Trebbia, ambito specifico delle riflessioni qui presentate. Attraverso la ricostruzione della storia del collegamento viario e dell’infrastrutturazione delle acque si sottolinea la storia lunga di questo territorio e il paesaggio che i progetti passati volevano disegnare. Mentre con alcune esplorazioni progettuali realizzate in ambito didattico si propongono alla discussione interventi che agiscono sull’esistente e danno largo spazio all’azione ordinaria: una rinnovata cura e manutenzione delle trame della mobilità che rigenera la maglia intervalliva trasversale e ridisegna l’accessibilità per diversi modi e ragioni di muoversi; un progetto di suolo a scala territoriale che regimenta i terreni e le acque; la riscoperta del patrimonio edilizio e degli spazi aperti per usi temporanei molto diversificati, quale sostegno di possibili micro-economie. Questi sono progetti minimi, deboli, incrementali, adattivi, multiattoriali ed eterodiretti, in prevalenza di manutenzione e cura degli spazi aperti, aderenti alle pratiche di lavoro, d’uso e di tutela attiva del territorio, applicazione di una razionalità nuova rispetto all’azione tradizionale sulle infrastrutture intese come supporto dei processi di riproduzione sociale.
infrastructure, open space, landscape
infrastrutture, spazi aperti, paesaggio
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