L’intervento di conservazione dell’apparato decorativo della chiesa parrocchiale di Castel San Pietro, tuttora in corso, è l’esito di un complesso processo iniziato negli anni Settanta nel quale il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano si è inserito alla fine del 2011 su invito del Consiglio parrocchiale di Castel San Pietro, sotto la supervisione dell’Ufficio dei Beni Culturali1. L’urgenza di definire un progetto di conservazione nasceva dall’esigenza di bloccare lo stato di degrado presente in molte aree della chiesa in cui l’apparato decorativo si presentava fortemente danneggiato a causa della presenza di umidità nelle murature dovuta a infiltrazioni d’acqua dalla copertura e alla risalita capillare. La difficoltà di questo intervento è sempre stata legata non solo alla complessità delle opere, ma soprattutto a importanti questioni metodologiche che, nel caso della chiesa di Sant’Eusebio, si presentavano come centrali e determinanti. Per affrontare e comprendere la complessità del luogo, al fine della messa a punto del progetto di conservazione, la strada più idonea è stata quella di mettere in atto un processo fatto di scelte e considerazioni basate su un percorso conoscitivo, caratterizzato da un approccio multidisciplinare, in cui numerose competenze si sono intrecciate (architetti, storici, storici dell’arte, ingegneri, chimici, petrografi, geometri, restauratori).

Il restauro della chiesa di Sant’Eusebio a Castel San Pietro. Studi, conservazione, cantiere

F. Albani
2020-01-01

Abstract

L’intervento di conservazione dell’apparato decorativo della chiesa parrocchiale di Castel San Pietro, tuttora in corso, è l’esito di un complesso processo iniziato negli anni Settanta nel quale il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano si è inserito alla fine del 2011 su invito del Consiglio parrocchiale di Castel San Pietro, sotto la supervisione dell’Ufficio dei Beni Culturali1. L’urgenza di definire un progetto di conservazione nasceva dall’esigenza di bloccare lo stato di degrado presente in molte aree della chiesa in cui l’apparato decorativo si presentava fortemente danneggiato a causa della presenza di umidità nelle murature dovuta a infiltrazioni d’acqua dalla copertura e alla risalita capillare. La difficoltà di questo intervento è sempre stata legata non solo alla complessità delle opere, ma soprattutto a importanti questioni metodologiche che, nel caso della chiesa di Sant’Eusebio, si presentavano come centrali e determinanti. Per affrontare e comprendere la complessità del luogo, al fine della messa a punto del progetto di conservazione, la strada più idonea è stata quella di mettere in atto un processo fatto di scelte e considerazioni basate su un percorso conoscitivo, caratterizzato da un approccio multidisciplinare, in cui numerose competenze si sono intrecciate (architetti, storici, storici dell’arte, ingegneri, chimici, petrografi, geometri, restauratori).
2020
Stucchi e stuccatori ticinesi tra XVI e XVIII secolo Studi e ricerche per la conservazione
9788840401324
stucchi, conservazione, restauro, castel san pietro, ticino
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