La conservazione di ciò che è moderno e contemporaneo è sempre stato un argomento impegnativo per le teorie del restauro, quasi una contraddizione in termini. La modernità del XX secolo ha saputo accentuare ancora più questa antinomia: abbiamo dovuto cercare risposte alla sua storicità incerta nel tempo accelerato del Novecento, alla sua fragilità intrinseca, all’inestricabile connessione tra materialità dell’architettura e intangibilità delle aspirazioni e delle utopie che l’architettura concretizzava, alla presenza viva degli autori stessi, nel momento in cui una delle loro opere veniva in qualche modo loro sottratta entrando nel patrimonio culturale. Oggi, dopo più di trent’anni di studi sull’eredità del modernismo, dopo molte esperienze reali di restauro e qualcuna più rara di conservazione, la tutela e l’intervento sugli edifici modernisti non possono più essere considerate né eccezionali né sperimentali. È il momento di riflettere su ciò che è stato fatto e su ciò che abbiamo imparato, perché sopravvivono molte incertezze, che si manifestano più che mai nella pratica e nelle sorti della tutela ed è il momento di chiedersi se ci siano nuovi argomenti da affrontare, o se gli argomenti siano quelli di sempre ma abbiano bisogno di rinnovate riflessioni e discussioni.
In cerca di una tutela per il contemporaneo
Canziani, Andrea
2016-01-01
Abstract
La conservazione di ciò che è moderno e contemporaneo è sempre stato un argomento impegnativo per le teorie del restauro, quasi una contraddizione in termini. La modernità del XX secolo ha saputo accentuare ancora più questa antinomia: abbiamo dovuto cercare risposte alla sua storicità incerta nel tempo accelerato del Novecento, alla sua fragilità intrinseca, all’inestricabile connessione tra materialità dell’architettura e intangibilità delle aspirazioni e delle utopie che l’architettura concretizzava, alla presenza viva degli autori stessi, nel momento in cui una delle loro opere veniva in qualche modo loro sottratta entrando nel patrimonio culturale. Oggi, dopo più di trent’anni di studi sull’eredità del modernismo, dopo molte esperienze reali di restauro e qualcuna più rara di conservazione, la tutela e l’intervento sugli edifici modernisti non possono più essere considerate né eccezionali né sperimentali. È il momento di riflettere su ciò che è stato fatto e su ciò che abbiamo imparato, perché sopravvivono molte incertezze, che si manifestano più che mai nella pratica e nelle sorti della tutela ed è il momento di chiedersi se ci siano nuovi argomenti da affrontare, o se gli argomenti siano quelli di sempre ma abbiano bisogno di rinnovate riflessioni e discussioni.File | Dimensione | Formato | |
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