Il numero di aprile di Arketipo nasce in un momento di portata storica per le vite di tutti noi. Il nostro mondo, nel suo complesso, sta vivendo una crisi che colpisce tutti nel profondo, ci sta cambiando e cambierà molti aspetti della nostra vita successiva. In questa situazione, l’editore e la redazione, concordano che il contributo che noi possiamo dare sia quello di impegnarci, nei limiti del possibile, per dare continuità alle attività, non togliendo a chi ci segue i momenti di studio, approfondimento e lettura che pensiamo, per chi può, se la sente e lo vuole, possano aiutare in questi momenti. Per tale motivo, tutto il gruppo impegnato da anni sulla rivista, ha lavorato e sta lavorando a distanza per mantenere la programmazione consentendo le uscite dei numeri con la cadenza prevista. In questa situazione, occorre “svelare” un ulteriore aspetto della gestione di una rivista come Arketipo. I temi monografici, protagonisti dei numeri che siete abituati a leggere, sono frutto di una scelta che avviene mediamente dodici mesi prima rispetto all’uscita del numero in libreria e in rete e sono frutto di un’analisi svolta dai direttori insieme al comitato scientifico, l’editore, la redazione e i consulenti. In tal senso, nel 2019, avevamo scelto di dedicare questo numero, per la terza volta nella storia della rivista, al tema delle architetture per “curare”, ritenendole da sempre un aspetto essenziale nella organizzazione della vita di una società civile con spazi che, attraverso la qualità della progettazione, possano dare aiuto e sollievo sia a chi ci lavora sia a che vi è temporaneamente ospitato. La tragica casualità degli eventi ha fatto coincidere questa nostra riflessione con un momento storico in cui, purtroppo, le architetture per curare sono diventate protagoniste quotidiane nella battaglia in prima linea contro il virus e stanno mostrando, soprattutto nel bene, come siano degli edifici su cui occorre insistere e investire in modo deciso perché fanno parte dell’ossatura portante della “umanità” e della nostra vita collettiva. La rivista che avete in mano, come sempre, è quindi frutto di più di cinque mesi di indagini, studi e lavori di preparazione svolti da parte degli autori, della redazione e dei progettisti degli edifici selezionati. Di conseguenza, ovviamente, gli articoli e i saggi, per motivi temporali, non si riferiscono e non citano le situazioni e gli eventi che stiamo vivendo e non lo avrebbero comunque fatto perché non è il mandato di questa rivista scientifica. Solo accidentalmente, il numero esce in coincidenza con un periodo in cui il tema affrontato è diventato di stretta e purtroppo tragica attualità.

The necessary “human” value in effective, complex healing facilities

M. Ruta
2020-01-01

Abstract

Il numero di aprile di Arketipo nasce in un momento di portata storica per le vite di tutti noi. Il nostro mondo, nel suo complesso, sta vivendo una crisi che colpisce tutti nel profondo, ci sta cambiando e cambierà molti aspetti della nostra vita successiva. In questa situazione, l’editore e la redazione, concordano che il contributo che noi possiamo dare sia quello di impegnarci, nei limiti del possibile, per dare continuità alle attività, non togliendo a chi ci segue i momenti di studio, approfondimento e lettura che pensiamo, per chi può, se la sente e lo vuole, possano aiutare in questi momenti. Per tale motivo, tutto il gruppo impegnato da anni sulla rivista, ha lavorato e sta lavorando a distanza per mantenere la programmazione consentendo le uscite dei numeri con la cadenza prevista. In questa situazione, occorre “svelare” un ulteriore aspetto della gestione di una rivista come Arketipo. I temi monografici, protagonisti dei numeri che siete abituati a leggere, sono frutto di una scelta che avviene mediamente dodici mesi prima rispetto all’uscita del numero in libreria e in rete e sono frutto di un’analisi svolta dai direttori insieme al comitato scientifico, l’editore, la redazione e i consulenti. In tal senso, nel 2019, avevamo scelto di dedicare questo numero, per la terza volta nella storia della rivista, al tema delle architetture per “curare”, ritenendole da sempre un aspetto essenziale nella organizzazione della vita di una società civile con spazi che, attraverso la qualità della progettazione, possano dare aiuto e sollievo sia a chi ci lavora sia a che vi è temporaneamente ospitato. La tragica casualità degli eventi ha fatto coincidere questa nostra riflessione con un momento storico in cui, purtroppo, le architetture per curare sono diventate protagoniste quotidiane nella battaglia in prima linea contro il virus e stanno mostrando, soprattutto nel bene, come siano degli edifici su cui occorre insistere e investire in modo deciso perché fanno parte dell’ossatura portante della “umanità” e della nostra vita collettiva. La rivista che avete in mano, come sempre, è quindi frutto di più di cinque mesi di indagini, studi e lavori di preparazione svolti da parte degli autori, della redazione e dei progettisti degli edifici selezionati. Di conseguenza, ovviamente, gli articoli e i saggi, per motivi temporali, non si riferiscono e non citano le situazioni e gli eventi che stiamo vivendo e non lo avrebbero comunque fatto perché non è il mandato di questa rivista scientifica. Solo accidentalmente, il numero esce in coincidenza con un periodo in cui il tema affrontato è diventato di stretta e purtroppo tragica attualità.
2020
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