“ Dio è un’ipotesi troppo estrema”, considerata “la potenza raggiunta oggi dall’uomo”. Così scriveva Friedrich Nietzsche nel 1887 a proposito del processo di secolarizzazione avviato con la modernità.1 E non senza ragione. Perché se nell’antichità le cose venivano ancora distinte fra quelle che dipendevano dall’uomo e quelle naturali, su cui era assurdo anche pensare di poter intervenire, con i moderni progressi della scienza e della tecnica si era andato a imporre un principio di controllo estensivo sul mondo che negli anni si sarebbe dimostrato incrementale. Senonché, oggi, come già rilevava Michel Serres nel 1992, al culmine di questo progetto di dominio sulla natura, si è reso evidente che l’umanità non ha nessun controllo a lungo termine degli effetti della propria “potenza”.2 Dallo sviluppo dell’agricoltura estensiva alla conseguente deforestazione, dall’attività estrattiva di risorse fossili all’emissione di gas serra, dall’acidificazione dell’oceano al degrado del suolo. Fino ad arrivare a un tasso di estinzione migliaia di volte superiore rispetto alla maggior parte degli ultimi cinquecento milioni di anni. Il tutto in una così chiara attribuzione di responsabilità da mettere finalmente in discussione la legittimità del protagonismo umano nell’equilibrio naturale del pianeta, imponendo, così, di ripensare i limiti del proprio ruolo conformativo nei confronti del mondo.

Bosco della Fontana: Sacer sive natura

j. leveratto
2020-01-01

Abstract

“ Dio è un’ipotesi troppo estrema”, considerata “la potenza raggiunta oggi dall’uomo”. Così scriveva Friedrich Nietzsche nel 1887 a proposito del processo di secolarizzazione avviato con la modernità.1 E non senza ragione. Perché se nell’antichità le cose venivano ancora distinte fra quelle che dipendevano dall’uomo e quelle naturali, su cui era assurdo anche pensare di poter intervenire, con i moderni progressi della scienza e della tecnica si era andato a imporre un principio di controllo estensivo sul mondo che negli anni si sarebbe dimostrato incrementale. Senonché, oggi, come già rilevava Michel Serres nel 1992, al culmine di questo progetto di dominio sulla natura, si è reso evidente che l’umanità non ha nessun controllo a lungo termine degli effetti della propria “potenza”.2 Dallo sviluppo dell’agricoltura estensiva alla conseguente deforestazione, dall’attività estrattiva di risorse fossili all’emissione di gas serra, dall’acidificazione dell’oceano al degrado del suolo. Fino ad arrivare a un tasso di estinzione migliaia di volte superiore rispetto alla maggior parte degli ultimi cinquecento milioni di anni. Il tutto in una così chiara attribuzione di responsabilità da mettere finalmente in discussione la legittimità del protagonismo umano nell’equilibrio naturale del pianeta, imponendo, così, di ripensare i limiti del proprio ruolo conformativo nei confronti del mondo.
2020
ARK
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