La mappa di tutti. Dall’informazione geografica volontaria al crowdmapping

Il repertorio iconografico presentato tenta di cogliere alcuni fra gli aspetti significativi nel mare magnum delle nuove visualizzazioni urbane partendo da alcune considerazioni di fondo. In primis è necessario sottolineare il fatto che la totalità delle basi cartografiche qui presentate, su cui si sviluppano livelli informativi di natura diversa, derivano da progetti aperti e collettivi, il cosiddetto crowdmapping: la mappatura collaborativa bottom-up, sul modello Wikipedia, prodotta e gestita da cittadini ‘non-esperti’ e validata attraverso continue operazioni di correzione da parte della stessa comunità di utenti. La seconda considerazione riguarda l’aprirsi di una gamma vastissima di potenzialità collaborative rese possibili da una cartografia dinamica, ampiamente reperibile e gestita attraverso strumenti sempre più facilitati e generalisti. Il caso del progetto Bostonography è particolarmente esplicativo.