Per un imprenditore che realizza un’innovazione, non solo è importante il fatto di essere stato il primo a conseguirla, ma è altrettanto essenziale il poter conservare tale innovazione in esclusiva. Per ottenere tutto ciò, l’imprenditore dispone di due alternative: la tutela brevettuale e il segreto industriale. I brevetti per invenzione industriale rappresentano sia un mezzo di difesa da utilizzare come deterrente nei confronti di eventuali contraffattori sia uno strumento di marketing per pubblicizzare il proprio prodotto ai clienti oppure per ottenere finanziamenti da parte di banche e capitali di ventura e per poter accedere a risorse e asset complementari. Uno degli svantaggi del sistema brevettuale è l’elevato costo della procedura (tasse, onorari del consulente in proprietà industriale, traduzioni, spese legali, ecc.) per ottenere e mantenere attivo il titolo di proprietà industriale. La riduzione delle spese brevettuali potrebbe consentire un più facile accesso al sistema da parte degli startupper. Da qui l’idea di applicare il metodo “lean startup” ai brevetti, quali strumenti di protezione del cosiddetto minimo prodotto funzionante (MPV). Ma quando è il momento di procedere con la tutela? Sicuramente non prima di aver convalidato il modello di business (prima è uno spreco di risorse finanziarie) e di aver realizzato (e non semplicemente ideato) il minimo prodotto funzionante, pronto per essere testato sul mercato. Nel caso di invenzioni tecniche, una possibile strategia è quella di utilizzare le cosiddette domande di brevetto “provvisorie”. Anche se in alcuni Paesi, dove non è prevista tale procedura, i costi sono un po' più elevati, si tratta di una soluzione alternativa che consente di differire la spesa quando ancora il prodotto deve essere migliorato (e magari addirittura modificato) e non si possiedono tutti gli elementi necessari per affrontare un percorso di protezione completo.

Strategie brevettuali “lean” per startup e PMI

M. Barbieri
2020-01-01

Abstract

Per un imprenditore che realizza un’innovazione, non solo è importante il fatto di essere stato il primo a conseguirla, ma è altrettanto essenziale il poter conservare tale innovazione in esclusiva. Per ottenere tutto ciò, l’imprenditore dispone di due alternative: la tutela brevettuale e il segreto industriale. I brevetti per invenzione industriale rappresentano sia un mezzo di difesa da utilizzare come deterrente nei confronti di eventuali contraffattori sia uno strumento di marketing per pubblicizzare il proprio prodotto ai clienti oppure per ottenere finanziamenti da parte di banche e capitali di ventura e per poter accedere a risorse e asset complementari. Uno degli svantaggi del sistema brevettuale è l’elevato costo della procedura (tasse, onorari del consulente in proprietà industriale, traduzioni, spese legali, ecc.) per ottenere e mantenere attivo il titolo di proprietà industriale. La riduzione delle spese brevettuali potrebbe consentire un più facile accesso al sistema da parte degli startupper. Da qui l’idea di applicare il metodo “lean startup” ai brevetti, quali strumenti di protezione del cosiddetto minimo prodotto funzionante (MPV). Ma quando è il momento di procedere con la tutela? Sicuramente non prima di aver convalidato il modello di business (prima è uno spreco di risorse finanziarie) e di aver realizzato (e non semplicemente ideato) il minimo prodotto funzionante, pronto per essere testato sul mercato. Nel caso di invenzioni tecniche, una possibile strategia è quella di utilizzare le cosiddette domande di brevetto “provvisorie”. Anche se in alcuni Paesi, dove non è prevista tale procedura, i costi sono un po' più elevati, si tratta di una soluzione alternativa che consente di differire la spesa quando ancora il prodotto deve essere migliorato (e magari addirittura modificato) e non si possiedono tutti gli elementi necessari per affrontare un percorso di protezione completo.
2020
brevetti; strategie brevettuali
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