L’intento di questo contributo è quello di analizzare il caso studio di una manifestazione effimera tenutasi nel centro storico della città di Como nel 1969, svoltasi nell’arco di una giornata e animata da un eterogeneo gruppo di artisti, designer, architetti, performers, che, pur nella molteplicità dei piani di lettura che la critica posteriore ha operato, mantiene intatto il potenziale di attenzione e di ricerca per il sociale verso un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli artisti, gli abitanti di una città e la città stessa, e che gli operatori del progetto di allora - pur nelle diverse articolazioni che questo termine ha in seguito assunto nei vari contesti in cui si è sviluppata e ancora oggi si manifesta nell’attualità – arte pubblica, design sociale, architettura partecipata - hanno condotto per sollecitare nel sociale una partecipazione diretta alla costruzione e alla fruizione dello spazio collettivo. Quindi riteniamo che questa esperienza – al di là di una sua storicizzazione - possa inserirsi in quel filone di ricerca e pratiche attribuibili al design sociale come “bene comune” e dare un contributo – per la straordinaria attualità delle tematiche e nelle esperienze prodotte - a una ridefinizione dei concetti su cui si basa.
Campo Urbano 1969. Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana
roberto de paolis
2020-01-01
Abstract
L’intento di questo contributo è quello di analizzare il caso studio di una manifestazione effimera tenutasi nel centro storico della città di Como nel 1969, svoltasi nell’arco di una giornata e animata da un eterogeneo gruppo di artisti, designer, architetti, performers, che, pur nella molteplicità dei piani di lettura che la critica posteriore ha operato, mantiene intatto il potenziale di attenzione e di ricerca per il sociale verso un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli artisti, gli abitanti di una città e la città stessa, e che gli operatori del progetto di allora - pur nelle diverse articolazioni che questo termine ha in seguito assunto nei vari contesti in cui si è sviluppata e ancora oggi si manifesta nell’attualità – arte pubblica, design sociale, architettura partecipata - hanno condotto per sollecitare nel sociale una partecipazione diretta alla costruzione e alla fruizione dello spazio collettivo. Quindi riteniamo che questa esperienza – al di là di una sua storicizzazione - possa inserirsi in quel filone di ricerca e pratiche attribuibili al design sociale come “bene comune” e dare un contributo – per la straordinaria attualità delle tematiche e nelle esperienze prodotte - a una ridefinizione dei concetti su cui si basa.File | Dimensione | Formato | |
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